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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Come i suoi lettori ben sanno, il tratto che accomunava le varie facce di quella personalità unica che è stato Oliver Sacks era la passione. Una passione destinata ancora una volta a contagiarci, giacché in questo libro ritroveremo tutta la vitalità dell’uomo curioso, l’acutezza dello scienziato, l’empatia del medico, la brillantezza dello scrittore.
«Questa raccolta postuma degli scritti di Oliver Sacks conferma la sua maestria di scrittore e la curiosità che hanno animato la sua opera e la sua vita» – Robinson
«[La scienza] germoglia dal proprio passato ma non se ne distacca mai, non più di quanto noi stessi ci distacchiamo dalla nostra infanzia.»
Risaliremo, sul filo dei ricordi, alla genesi di tante sue inclinazioni: quella per il nuoto, trasmessa dal padre; quella per la storia naturale, maturata nel corso delle visite al Museo di Storia naturale a South Kensington; quella per le biblioteche, innescata dagli scaffali del salotto di casa. Ammireremo la sua non comune capacità di auscultare le neuropatologie e le psicopatologie come fossero irruzioni di antropologie aliene, dalla « figura di cera » congelata nell’immobilità per un « coma ipotiroideo » ad alterazioni percettive quali gli « arti fantasma », dai sintomi terribili dell’encefalite letargica ai più eccentrici disturbi della cognizione o dell’umore. Rimarremo colpiti dalla molteplicità di temi e interessi coltivati in un’esistenza fatta di molte esistenze sovrapposte, dalla vita extraterrestre alle varietà zoologiche – elefanti, oranghi, pesci – ai giardini e agli orti botanici. E ancora una volta ci faremo trascinare da quella voce perturbante e partecipe, ironica e intensa che connotava – « non importa se nella contemplazione di un’opera d’arte, di una teoria scientifica, d’un tramonto o del volto di una persona amata » – la sua inesauribile voracità conoscitiva.Il libro che voglio consigliarvi oggi è "Ogni cosa al suo posto" di Oliver Sacks, una raccolta postuma di scritti originali pubblicata da Adelhoi nel 2019. "Ogni cosa al suo posto" è un compendio di alcune tra le più grandi passioni di Sacks che con la sua inconfondibile penna di grande scrittore ci racconta il suo amore per il nuoto o per la chimica, per le felci o per le aringhe, o di quando da piccolo si nascose nel museo di storia naturale e vi trascorse tutta la notte, o ancora di quando a dieci anni rimase stregato di fronte alla tavola degli elementi. Lo consiglio a chi ha già amato e conosciuto Oliver Sacks nella sua vasta produzione letteraria precedente, ma lo consiglio anche a chi non l'ha ancora mai letto perché sarà impossibile non lasciarsi trascinare dalla sua curiosità inesauribile, dalla sua voracità conoscitiva e anche dalla felicità che la conoscenza di volta in volta gli procurava. Un'ultima parola sulla splendida copertina che l'editore ha scelto: questa ruota graduata è il cianometro, uno strumento inventato a fine Settecento per misurare l'intensità del blu del cielo; non poteva esserci Idea più azzeccata e soprattutto in grado di coniugare il rigore della scienza con l'incanto della poesia per rappresentare lo sguardo di chi ha sempre ricercato la verità e la bellezza.
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Che ogni cosa vada al suo posto è il desiderio di ciascuno. Accettare che ogni cosa non sia al suo posto è di chi ha abbracciato appieno la propria nevrosi. Rinunciare all'idea che le cose abbiano il loro posto è comportamento dello psicotico. Ma da quante esperienze bisogna essere attraversati per riporre solo in una speranza di un posto per ciascuna cosa? Ma è questa speranza che confida il nostro equilibrio. Ed è questa speranza che si deve coltivare.
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