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Anno edizione: 2014
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Invidie e piccole ripicche nel mondo dei miniaturisti nella Turchia del XVI secolo.
Libro bellissimo che mi è passato per le mani quasi per caso, incredibilmente appassionante nonostante la minuziosità e la scrittura in stile molto Ottomanno.
Questo non è un libro, è un mondo, una complessa polifonia narrativa suddivisa in 59 capitoli nei quali poco più di una dozzina di personaggi narra i fatti da differenti prospettive. Il primo livello di lettura è quello di un giallo, ambientato a Istanbul nel 1591. La prima voce narrante è del morto che giace in fondo a un pozzo, si tratta di Raffinato Effendi, uno dei miniaturisti che lavorano nel laboratorio del sultano Murad III (1574 -1595) Questi ha ordinato al maestro miniaturista Zio Effendi un manoscritto per celebrare i mille anni dell'Egira. L'opera deve contenere un ritratto del sovrano ed avvalersi delle tecniche artistiche europee, in particolare della prospettiva. Una pericolosa innovazione, un'eresia contro la tradizione degli antichi maestri. Un altro livello di lettura è rappresentato dalla storia d'amore fra la bellissima vedova Sekure e un altro miniaturista, nipote di zio Effendi, Nero tornato a Istanbul dopo un'assenza di molti anni. Il terzo livello di lettura è una sorta di trattato di estetica che vede contrapposte la tradizione pittorica e figurativa islamica e l'innovazione europea. La soluzione dell'enigma scaturirà in maniera assolutamente imprevista e originale, mai vista (almeno credo) in alcun enigma poliziesco. La narrazione richiede un certo impegno da parte del lettore il quale tuttavia riceverà il privilegio di inoltrarsi nei misteri di Istanbul attraverso la Porta d'oro.
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