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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
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Questo libro parla di un esercito, un esercito di cose inutili. E di un asino e un libro che diventano amici. Di crostacei, scuola, famiglia, primule, bulli. Ma, soprattutto, parla di un posto, Variponti, in cui tutti ci siamo persi almeno una volta: è dove ci rifugiamo quando ci sentiamo inutili e, quindi, spesso pure un po’ tristi. Io credo di averlo visitato fin troppe volte. Ma Res dice che è il posto adatto. Perché è solo da lì che si riparte. È da lì che si trova il coraggio di reagire, che si scopre la propria funzione nel mondo, che si fa qualcosa di utile. E si riscrive il proprio finale. Partendo dal posto adatto. Che, spesso, viene scambiato per un posto inutile. E invece...
Ho acquistato questo libro dopo aver letto "Una barca nel bosco" che a mio parere è bellissimo. Le prime pagine possono risultare un po' noiose. Mischia fantasia e verità, fatti improbabili, uomini, animali usando un linguaggio semplice ma così dolce, un racconto in prima persona che ti fa amare ogni cosa raccontata e descritta. Con questo romanzo la Mastrocola mostra la sua bravura, inoltre ogni suo libro è sempre diverso dal precedente e non si cade mai nel banale. Consigliato!
"Esiste un posto, vicino a Biella ..." Con una postilla di realtà si chiude il romanzo, tutto di fantasia, di Paola Mastrocola "L'esercito delle cose inutili", inutili come le attività degli abitanti di Variponti, allevatori di girini, giocolieri, avvitatori di lampadine, guardatori della luna, madri di figli lontani, scollatori di francobolli, costruttori di aquiloni, piantatori di primule, inutili come l'assurdo regalo di un asino adottato a distanza fatto dai genitori all'undicenne Guglielmo Strossi e come lo stesso protagonista, l'anziano asino Raimond, che per tutta la vita ha lavorato, portando pesi e sentendosi importante ed appagato, ma che quando, con l'avanzare degli anni le ginocchia non lo hanno retto più, è stato mandato "in questo posto che non ho ancora capito bene che posto sia". Tutti questi personaggi si compongono in una storia, dalla trama, a mio parere, un poco fragile e dall'andamento lento, dalla quale affiorano vari spunti di riflessione. E così, la fiducia che il timido Guglielmo ripone nel confidare al suo amico asino le sue vicissitudini scolastiche e famigliari viene premiata dalla scelta di Raimond di intervenire a difesa del ragazzino per infondergli fiducia in se stesso. Ma prima di prendere questa decisione è lo stesso asino Raimond a dover riflettere su se stesso, accettando il fatto che anche se pure una parte della sua vita è trascorsa, la fine non è ancora giunta e la sua vita può ancora avere un senso. Ironica, poi, la contrapposizione fra la famiglia di Guglielmo, intellettuali che però non si avvedono delle difficoltà che il figlio sta vivendo, e l'asino che riesce a superare la distanza che lo separa dal ragazzino. E fra le cose che possono apparire inutili, ma poi - per fortuna - inutili non sono, la Mastrocola inserisce anche il suo elogio della lettura, sempre attraverso le emozioni di Raimond che fa una scoperta rivoluzionaria, quella che leggendo diventi "tutta la gente del mondo".
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