Paolo Bertinetti sfoglia l’album dei suoi ricordi bianconeri per raccontare con tenerezza e ironia ai tifosi di tutte le età una storia dichiaratamente “sentimentale e partigiana” nella quale scorrono veloci tutti i campioni e gli uomini-simbolo della Juventus.
«Per noi tifosi quella prima Coppa Intercontinentale fu la conferma definitiva del valore supremo della nostra squadra del cuore. Ma questo non cambiava l'atteggiamento dei fondo: gioire sì, ma senza accontentarsi, senza fermarsi, senza perdere un solo minuto prima di concentrarsi sul prossimo obiettivo e sul prossimo successo. Essere tifoso della Juventus significa (anche) questo.» Giovanni Arpino così concludeva un suo saggio, pubblicato proprio in quel 1985 della Coppa Interconintale: «Vivere un mito non è facile, ma per noi è solo dovere quotidiano»
Paolo Bertinetti si reca a vedere per la prima volta la Juventus dal vivo il pomeriggio del 2 ottobre 1955. Ha solo undici anni e poco prima di uscire di casa apprende dai giornali della tragica morte di James Dean, suo idolo d’infanzia. Lo stadio è il Comunale di Torino, il compagno d’avventura l’amico Aldo, più esperto, e i bianconeri, “una squadra modesta, quasi completamente da rifare”, perdono 4-0 contro la Fiorentina. Ma il calcio è così: anche un giorno sportivamente nefasto può segnare un’iniziazione, il primo passo di un percorso che coinciderà con quello della propria stessa vita, il principio di un amore che non si attenuerà a dispetto del tempo, delle delusioni, delle disillusioni. Poche, peraltro, saranno quelle che la Storia riserverà alla Juventus, Signora incontrastata del calcio italiano. A oltre sessant’anni da quella prima volta allo stadio, a oltre venti Scudetti, due Coppe dei Campioni, due Intercontinentali e svariati altri trofei, Paolo Bertinetti, divenuto nel frattempo fondatore e presidente della Associazione Nazionale Amici della Juventus, sfoglia l’album dei suoi ricordi bianconeri per raccontare con tenerezza e ironia ai tifosi di tutte le età una storia dichiaratamente “sentimentale e partigiana” nella quale scorrono veloci tutti i campioni e gli uomini-simbolo della Juventus (da Boniperti a Sivori, da Scirea, Bettega e Platini a Lippi, Del Piero, Zidane, Buffon, fino a Conte e Dybala), le imprese del nobile passato e la gloria di oggi.
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