il libro è un viaggio che dall'Istria vi porta a Scilla e Cariddi, profonde riflessioni sulla devastazione umana dell'ambiente, su questo correre per autostrade inseguendo il tempo quando ci sono bellissime e poco frequentate strade da percorrere assaporando gli odori ed i dettagli. Mirabile il viaggio dalla Liguria alla Calabria a bordo di una Topolino del 1954.... splendido e prezioso libro per chi vuole riscoprire territori dimenticati.
La leggenda dei monti naviganti
Che cosa sono le montagne italiane? Quale identità portano con sé? Alpi e Appennini disegnano, insieme, una sorta di grande punto interrogativo. Che ha due risposte diverse. Un viaggio di ottomila chilometri che cavalca la lunga gobba montuosa della Balena-Italia lungo Alpi e Appennini, dal golfo del Quarnaro (Fiume) a Capo Sud (punto più meridionale della Penisola). Esso parte dal mare, arriva sul mare, naviga come un transatlantico con due murate affacciate sul mare, e lungo tutto il percorso evoca metafore marine, come di chi veleggiando forse vola - in un immenso arcipelago emerso. Trovi valli dove non esiste elettricità, grandi vecchi come Bonatti o Rigoni Stern, ferrovie abitate da mufloni, case cantoniere e paracarri da leggenda, bivacchi sotto la pioggia in fondo a caverne, santuari dove divinità pre-romane sbucano continuamente dietro ai santi del calendario. E poi parroci bracconieri, custodi di rifugi leggendari, musicanti in cerca di radici come Francesco Guccini o Vinicio Capossela. Un'Italia di quota, dove la tv sembra raccontare storie di un altro pianeta. Le due parti del racconto, Alpi e Appennini, hanno andatura e metrica diversa. Le Alpi sono pilastri visibili, famosi; sono fatte di monoliti bene illuminati e sono transitate da grandi strade. Gli Appennini no: sono arcani, spopolati, dimenticati, nonostante in essi si annidi l'identità profonda della Nazione. Storie che scivolano e volano insieme ai luoghi e parlano della parte più segreta del nostro paese.
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Autore:
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Edizione:3
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Anno edizione:2013
La leggenda dei monti naviganti
Oggi vi vorrei parlare di Paolo Rumiz e la sua "Leggenda dei Monti naviganti", edito Feltrinelli. Rumiz è un inviato storico in teatri di guerra per la Repubblica e un grande appassionato viaggiatore. In questo caso ci vuole porre una domanda e cioè: che cosa sono le Alpi e gli Appennini se non le prime terre emerse? Proprio come terre emerse lui affronta le cime e le vallate come se fossero delle insenature o dei porti più o meno sicuri, lontano dalla pianura, dal suo caos, dalle sue luci al neon. Incontra le genti di questi territori straordinari per catturare la vera essenza dei Monti, degli Appennini e dell'Italia più autentica.

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ghepa61 12 ottobre 2023grazie sig. Rumiz
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Un'Italia minore che va scoperta prima che scompaia del tutto. Non è forse il miglior libro di Rumiz, E' meno compatto di Come cavalli che dormono in piedi, ma ha alcuni capitoli straordinari per descrivere e far vivere i luoghi dell'Italia di montagna, sia delle Alpi che degli Appennini. Più "episodica" la parte che riguarda le alpi, più continua quella dedicata agli Appennini. Qualche volta affiora un ambientalismo al limite dell'ideologia, ma siccome l'autore è uomo di grande intelligenza e passione le sue prese di posizione fanno sempre riflettere. E il libro fa tanto più effetto perché racconta luoghi visitati solo qualche anno fa e già scomparsi: penso in primo luogo ad Amatrice, ma anche altri villaggi o borghi hanno cambiato aspetto nel frattempo. Un viaggio appassionato, che a volta fa commuovere e più spesso fa desiderare di essere lì.
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Un'Italia minore che va scoperta prima che scompaia del tutto. Non è forse il miglior libro di Rumiz, E' meno compatto di Come cavalli che dormono in piedi, ma ha alcuni capitoli straordinari per descrivere e far vivere i luoghi dell'Italia di montagna, sia delle Alpi che degli Appennini. Più "episodica" la parte che riguarda le alpi, più continua quella dedicata agli Appennini. Qualche volta affiora un ambientalismo al limite dell'ideologia, ma siccome l'autore è uomo di grande intelligenza e passione le sue prese di posizione fanno sempre riflettere. E il libro fa tanto più effetto perché racconta luoghi visitati solo qualche anno fa e già scomparsi: penso in primo luogo ad Amatrice, ma anche altri villaggi o borghi hanno cambiato aspetto nel frattempo. Un viaggio appassionato, che a volta fa commuovere e più spesso fa desiderare di essere lì.
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