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Nell'agosto del 1969, 50 anni fa, mezzo milione di persone - fradice di pioggia e immerse nel fango fi no alle ginocchia - si riunirono nel campo di un allevatore, nella parte nord dello Stato di New York, per partecipare a quello che è ormai noto come l'evento musicale più importante e irripetibile di sempre: una pietra miliare che ha definito una generazione.
«Con tantissimi aneddoti e storie dal backstage, ma anche molti scatti e memorabilia – parecchi dei quali mai pubblicati prima – Woodstock è la celebrazione più alta in occasione di questo cinquantesimo anniversario» - Panorama
«Un libro fotografico con interviste inedite e curiosità, con la prefazione del regista Martin Scorsese» - Il Giornale
Woodstock è stato l'espressione più alta dei valori hippie e della controcultura giovanile. Con il senno di poi, è stato anche il suo anarchico canto del cigno. Questa è la guida definitiva a quei 'tre giorni di pace e musica'. L'inizio: il racconto comincia con un inquadramento del clima sociopolitico degli anni Sessanta. Tutti i passi che hanno portato all'evento sono descritti nel dettaglio: l'organizzazione, la pubblicità, il marketing, ma anche i festival che hanno creato le condizioni adatte: Newport, Monterey, Miami e Atlanta. L'evento: i tre giorni del festival sono presentati cronologicamente. Un elenco completo offre uno sguardo dettagliato su tutti i 31 artisti, nell'esatto ordine in cui si sono esibiti, dal set di apertura di Richie Havens di venerdì sera alla seminale versione di 'Star-Spangled Banner' di Jimi Hendrix, il lunedì mattina - molte ore dopo quella che avrebbe dovuto essere la fine del festival. Informazioni sui musicisti delle band, scalette, performance, aneddoti e ricordi dei protagonisti delineano l'intero panorama sonoro di Woodstock, canzone per canzone. Il dopo: Woodstock fece notizia in tutto il mondo e il successo del film lo rese un mito senza tempo. Gli autori di questo libro prendono in esame l'eredità del festival, mettendola in prospettiva cinque decenni dopo, spiegando anche cosa facciano oggi i protagonisti ancora in vita. Interviste nuove, aggiornate, e le parole di chi c'era - musicisti, manager, fan, fotografi - offrono uno sguardo privilegiato, lungo tutto il dipanarsi del volume. Pete Townshend pensava che 'tutta l'America fosse impazzita', mentre Mickey Hart dei Grateful Dead disse: 'Non abbiamo mai suonato così male'.
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