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La vicenda ha inizio in Sicilia nel feudo del principe Carlo Maria Spada, che, come tutti i nobili, ha agognato per molti anni la nascita di un figlio al quale tramandare nome, privilegi e ricchezze. Il destino, però, sembra beffarsi delle pretese del nobiluomo, concedendogli sei figlie e uno "storpio" da tenere nascosto agli occhi del mondo e controllato costantemente. Campiere del principe è Saro, uomo scaltro e prepotente, che sa approfittare del suo ruolo e della poca attenzione che il principe mostra nell'amministrazione delle sue proprietà. Saro è anche vendicativo e si accanisce contro l'assassino del figlio, facendo passare un delitto d'onore per delitto politico. Siamo giunti, infatti, in pieno Risorgimento e gli uomini devo scegliere se unirsi ai Garibaldini, lottando contro i privilegiati, o se sostenere questi ultimi e lasciare che le cose seguano il loro corso. In tutto ciò due gemelli, Cola e Totò, prendono strade opposte: il primo si sistema a palazzo Spada, alle dipendenze del principe storpio, il secondo lotta per i propri ideali e sarà costretto a sopportare mille peripezie in giro per il mondo. Un finale dolce amaro conclude le vicissitudini dei protagonisti, le cui vicende private si sono intrecciate agli eventi politici più importanti del periodo, alla miseria e al funesto imperversare del colera. Un romanzo breve che espone con fluidità il quadro storico e sociale della Sicilia del prima e del dopo Risorgimento. Un libro nel quale si parla di ideali di libertà, di aspirazioni e conquiste, ma anche di violenza e di sopraffazione, soprattutto ai danni delle donne, che soffrono in silenzio e sono costrette a subire situazioni intollerabili senza potersi permettere una protesta o di aspirare alla felicità.
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