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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2020
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Premetto che amo molto questo autore, poichè i suoi racconti non stancano mai, i sui personaggi sono sempre ben delineati e la scrittura fluida e vivace coinvolge il lettore, tenendolo incollato all'opera sino alla fine. Di tutti quelli letti, tuttavia, trovo che questo sia il migliore: sardonico, leggero, ma con un pizzico di suspence che non guasta. Da leggere.
“Da dove era venuto con quella faccia severa, con quell’aspetto composto e a prima vista distinto? Da qualche importante città, da una famiglia di rango, da una lunga abitudine alla riservatezza? Solo dopo qualche mese si seppe che veniva, in seguito a trasferimento d’ufficio, dal capoluogo della provincia; ma che era di Cantévria, un paesucolo della Valcuvia, a pochi chilometri da Luino.” Emerenziano Paronzini, un impiegato statale di mezza età, ha idee ben chiare in testa: è giunto il momento di accasarsi, di trovare una moglie, non necessariamente bella, ma che rappresenti per lui una sicurezza, un approdo definitivo in attesa dell’ultima stagione. E’ così che nella sua ricerca, in cui spirito di osservazione e fiuto istintivo procedono appaiati, s’imbatte nelle tre sorelle Tettamanzi, zitelle ormai, timorate di Dio, anzi quasi beghine, senza problemi economici e con una vecchia, ma comoda casa in paese, circondata da un bel giardino. Belle non sono, anzi a voler essere realisti sono proprio brutte, anche se qualche particolare anatomico non è disprezzabile. E così come la faina si avvicina al pollaio con circospezione, il Paronzini guata le prede, fino a riuscire a introdursi nella loro dimora. La scelta cade sulla più anziana, Fortunata, ma il corteggiamento di un uomo, del tutto ormai inatteso, sconvolge l’equilibrio familiare, provoca scariche ormonali al punto che tutte e tre le sorelle decidono, autonomamente beninteso, di farlo innamorare. E così, se la scelta formale sarà per Fortunata, portata infatti all’altare, Emerenziano Paronzini si farà in tre, passando da un letto all’altro, accontentando così anche le altre due che, per la prima volta, nella loro ingessata vita da nubili, conosceranno la felicità. Convinte di condurre il gioco, in effetti questo è comandato dal maschio, un vero e proprio gallo nel pollaio che, secondo turni prestabiliti, giace con l’una o con l’altra, in tutti i giorni della settimana, fatta eccezione per la domenica, vero e proprio giorno di riposo in tutti i sensi. Secondo romanzo di Piero Chiara, dopo Il piatto piange, La spartizione vanta un’invidiabile freschezza, una leggerezza narrativa che presenta, per la prima volta nella produzione dell’autore luinese, una misurata ironia che fa muovere più al sorriso che alla risata, che stempera qualche scena un po’ troppo erotica, restituendo all’atto sessuale quella sua naturalezza che solo secoli di calunnie hanno relegato fra i peccati. Fra l’altro, l’abilità dello scrittore è veramente rimarchevole dove descrive i turbamenti di queste mature zitelle, la trasformazione da insensibili cariatidi a femmine voluttuose, prima frastornate dalla novità e poi compiaciute del loro tranquillo menage. La spartizione è un romanzo sicuramente piacevole e divertente e quindi la lettura è senz’altro consigliata.
Imperdibile per chi ama il Lago Maggiore. Piero Chiara mirabile affabulatore per una vicenda dal sapore boccaccesco, racchiusa in un intreccio avvincente, ordito senza la minima sbavatura. Indimenticabili i protagonisti, tra cui l’immortale emerenziano Paronzini a cui Ugo Tognazzi prestò anima e corpo nella fortunata versione cinematografica.
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