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Anno edizione: 2019
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I capi hanno il potere di risolvere ogni problema della società? Le decisioni sul vivere comune sono prese con reale cognizione di causa? Quali affanni e debolezze agitano chi anela al comando?
«Il rispetto dell'autonomia di ciascuno trova il suo fondamento nel rispetto verso gli altri. Non soltanto perché ciascuno di noi è "altro" rispetto a tutti, ma anche in base a una constatazione che possiamo spesso fare: che i movimenti politici desiderosi di restringere l'autonomia dei cittadini, ottengono questo risultato additando la minaccia esercitata da veri o da supposti nemici. La presenza di nemici reali o immaginari rischia sempre di comprimere la libertà. Lo si vede bene durante le guerre, almeno finché la maggioranza dei cittadini continua a pensare che il nemico sia davvero esecrabile. Da tali premesse deriva che tutti coloro i quali desiderano limitare gli abusi dei capi, debbono essere estremamente cauti nell'accettare che a qualcuno sia attribuita la qualifica di nemico. Debbono trovare il modo di difendersi e di contendere imparando a distinguere tra i nemici e coloro i quali invece appaiono o sono diversi».
Gli uomini divinizzano troppo spesso il potere. Attribuiscono ai capi una facoltà pressoché illimitata di modificare la storia del mondo. Immaginano che i governanti esercitino un pieno controllo sulla politica, sull'economia, sulle burocrazie, sugli apparati militari. Ma si ingannano. La realtà del potere è diversa dalle apparenze. Un capo conosce molto poco il mondo che lo circonda, e molto poco riesce a trasformarlo. Quanto più grandi sono le responsabilità che si assume, tanto più grandi sono gli ostacoli che egli incontra nel conoscere e nell'agire. Con una scrittura chiara, brillante e tagliente Piero Melograni ha vivisezionato il potere non solo politico ed economico, ma anche quello che risiede fuori dai palazzi, quello che viviamo ogni giorno all'interno delle piccole dinamiche che regolano le nostre vite quotidiane.Indice
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