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«Debbo ringraziare l’amico Piero Narilli perché con i suoi racconti dal vero sulle missioni medico umanitarie in alcune regioni dell’Africa centrale mi ha introdotto in un meccanismo di assistenza e di solidarietà che conoscevo da lontano e di cui ignoravo la complessità e la necessità. So bene, e ho sempre ammirato, che cosa sono Medici senza frontiere, Emergency, e altre analoghe organizzazioni animate da un volontariato che rischia la propria salute e talvolta la propria vita per dare sollievo a persone ammalate, ferite, mutilate, in mezzo agli orrori di guerre e rivoluzioni. Ma la testimonianza di Narilli riguarda un fenomeno diverso e più capillare. Riguarda un’ampia fascia dell’Africa centrale e in particolare il Mali e i territori circostanti, ma anche più a Sud, la regione situata tra l’Uganda e il Sudan, zone poverissime e per di più devastate da guerre tribali durate decenni: centinaia di villaggi distrutti, bambini trasformati in crudeli soldati, donne stuprate e schiavizzate».
dalla prefazione di Eugenio Scalfari
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