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Descrizione


Il Filebo rappresenta l’ultima e la maggior opera etica di Platone.Tuttavia, rientra a pieno diritto anche nel novero dei dialoghi dialettici.Tre sono i temi che si intrecciano lungo il dialogo tra Protarco e Socrate:le domanda su quale sia la “vita buona” per l’uomo; la questioneteoretica centrale del Bene e della sua natura; e, infine, il temadella vita divina e l’uomo. Ma il vero argomento trattato dal Fileboè il “piacere”. Attraverso una lunga e dettagliata analisi dei vari tipidi piaceri, a partire dalla prima e fondamentale distinzione trapiaceri corporei e piaceri spirituali, Platone giunge da una partea condannare la concezione edonista della vita che identificasenza mezzi termini il piacere sensibile con il Bene arrivandoa conclusioni assurde; dall’altra, però, non respinge tutti i piaceriin blocco. L’uomo, infatti, non è un sasso: è necessario, perciò,condurre una vita temperante che consenta di dedicarsi a quelleconoscenze che garantiscono maggiori e più elevati piaceri,tanto più che non vi può essere conoscenza senza godimentodel conoscere. Tutto è misto: ma i misti buoni sono soltantoquelli “misurati”. Quest’edizione è curata da Maurizio Migliori,autore di una delle più cospicue monografie su questo dialogo(L’uomo fra piacere, intelligenza e bene, Vita e pensiero, Milano1993) ed esperto internazionale dei dialoghi dialettici di Platone.La sua introduzione è una guida sintetica e precisa al dialogo.Le note al testo sono brevi ed essenziali e rispondono all’esigenzadi chiarire i passi e i concetti più controversi e difficili. Le parole-chiavepermettono di entrare in profondità ma con immediatezza nel nucleodello scritto. La bibliografia raccoglie gli studi più importantisul Filebo degli ultimi cinquant’anni. Il testo greco a fronte è quellodell’edizione critica oggi di riferimento (J. Burnet, Platonis Opera,“Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis”), di cui conservastruttura di riga e numerazione.

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Dettagli

2000
18 ottobre 2000
288 p., Brossura
9788845290664

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Platone

0, Atene

Nasce nel 427 a.C. da genitori aristocratici. La data è fissata da Apollodoro nella sua "Cronologia". Vive in un'Atene che aveva già perso la sua egemonia politica e culturale. In gioventù si dedica alla poesia ma accostatosi alla filosofia decide di distruggere tutte le opere precedenti. Discepolo di Socrate, lo pone al centro dei suoi Dialoghi socratici in cui è presentato l'insegnamento del Maestro. Nel 399 va a Megara e, dieci anni dopo, soggiorna in Italia  meridionale e in Sicilia. Nel 387 acquista un terreno e vi fonda la famosa Accademia (dal nome del parco detto di Accademo) , un centro di studi filosofici. Va nel 367 a Siracusa come pedagogo del sovrano Dionigi II, torna una terza volta a Siracusa nel 361....

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