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RECENSIONE DELLA PROF. DOTT. MARIA FARINA Quando mi sono trovata davanti al libro intitolato ‘Lello vi amo tutte’, non nego che mi ha colto una certa curiosità, unita quasi ad incredulità; forse perché conosco personalmente l’autore: uomo estremamente educato, sensibile, simpatico, ma mai sopra le righe. Con grande piacere mi sono…buttata nella lettura, che nonostante l’argomento, procede spedita, grazie ad uno stile molto scorrevole, preciso, sempre ineccepibile nella scelta dei vocaboli e nel periodare. La vita di Lello è ambientata nel periodo dell’ultima guerra mondiale (1943-1945) e l’autore fa un quadro sintetico delle condizioni di vita di quegli anni disastrosi: uomini al fronte, scarso cibo, bombardamenti. Il protagonista trascorre i suoi primi anni di vita a Bari e Sulmona, circondato dall’affetto dei nonni e degli zii paterni, perché il papà era morto quando Lello aveva pochi mesi. Come tutti i bambini, anche il nostro protagonista è allegro, intelligente, un po’ monello, intraprendente, dotato di un carattere che spinge le persone a volergli bene. Arrivato a sette anni, il nostro Lello viene portato a Busto Arsizio dalla mamma che per mantenere la famiglia lavora presso un negozio di sartoria ma ha troppo poco tempo per stare col figlio. Questa è una grande sofferenza per il ragazzo, che sessualmente maturo, nonostante l’età comincia ad avere rapporti con donne mature. Inizia così il ricordo e il racconto delle sue avventure. Tante sono le donne che frequenta, ma solo due lasciano un ricordo ed un segno nella sua vita: la signora Giovanna e la contessa Erica. Nel leggere la descrizione, fin troppo dettagliata dei suoi incontri amorosi, si potrebbe dire che Lello, psicologicamente, soffre del complesso di Edipo. Di fatti lui ama e odia sua madre, non può ammettere che dopo dieci anni di vedovanza frequenti un povero infermiere soldato; però confessa di aver dormito sereno e felice, una sola volta, vicino alla mamma e il sonno lo definisce ristoratore. Lello ha un animo buono; aiuta tutti, non dimentica la vecchia nonna, alla quale porta sempre qualcosa di buono, con i suoi amici organizza visite all’ospedale per bambini feriti dalle bombe e porta loro caramelle, cose rarissime in quell’epoca. Infine quando sa che il suo grande amore, la sua più sincera amica muore, Erica, sviene e per lungo tempo vive in uno stato di apatia disposto a cambiare vita. In questo scritto i sentimenti positivi e negativi hanno senz’altro una posizione di rilievo e vengono espressi con assoluta sincerità: questa è una cosa che fa onore all’autore perché non usa mai ipocrite perifrasi per raccontare una storia che ha spesso dei punti a volte scottanti, a volte commoventi, ma sempre inerenti alle realtà vissute.
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