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Dopo averla scoperta, ho desiderato fortemente questa edizione di tutti i racconti di Carver. Alla fine l'ho acquistata nonostante il prezzo elevato. Oltre a non rimpiangere nemmeno un euro dei soldi spesi, non mi sento di dire o commentare nulla. Da persona altruista, però, penso che ognuno di voi debba spendere i soldi che ho speso io per acquistare l'intera opera di Raymond Carver. Fatevi 'sto regalo, e capirete di cosa parliamo quando parliamo di scrittura. Voto: 10
Veramente toccante è la dialettica tra pieni e vuoti che riesce a mettere in moto questo scrittore. La narrazione si snoda sempre attraversando vicende, gesti e relazioni quotidiane di gente semplice della piccola e media borghesia americana; uomini e donne che si arrabbattano a superare le mille difficoltà d’un’esistenza spicciola. Il suo linguaggio è un linguaggio altrettanto semplice: piano, dal lessico quasi scarno e nudo ma finemente preciso. I temi e le storie sono nudi spaccati di vita, frammenti che non hanno un vero e proprio significato diegetico conchiuso, un inizio e una fine precisi inscrivibili in una fabula edificante ma che sono rivelatori d’una sincerità esistenziale raramente raggiungibile con una narrazione tradizionale. La descrizione si sofferma, particolareggiata al massimo, su alcuni punti per poi lasciarne in ombra degli altri e questo alternarsi non ha un senso e un significato narrativo. Gli elementi messi in luce possono essere banali, dal punto di vista dello svolgersi di una trama, così come, ugualmente, possono essere rilevanti quelli relegati nel buio e quindi assenti. L’articolarsi di detto e non detto, dunque, non è una strategia romanzesca ma è soltanto in funzione d’una struttura ben precisa, che riguarda anche la lingua, una struttura lirica: il quotidiano, un frantume di vita spicciola, come epifania di verità Non esistono delle vere e proprie trame o intrecci ma tuttalpiù delle tracce: schegge e brandelli di storie possibili che, tra uno spiazzamento e l’altro, il lettore segue per raggiungere la schiettezza d’una autenticità che va ben oltre la verità del racconto d’una storia.
Veramente toccante è la dialettica tra pieni e vuoti che riesce a mettere in moto questo scrittore. La narrazione si snoda sempre attraversando vicende, gesti e relazioni quotidiane di gente semplice della piccola e media borghesia americana; uomini e donne che si arrabbattano a superare le mille difficoltà d’un’esistenza spicciola. Il suo linguaggio è un linguaggio altrettanto semplice: piano, dal lessico quasi scarno e nudo ma finemente preciso. I temi e le storie sono nudi spaccati di vita, frammenti che non hanno un vero e proprio significato diegetico conchiuso, un inizio e una fine precisi inscrivibili in una fabula edificante ma che sono rivelatori d’una sincerità esistenziale raramente raggiungibile con una narrazione tradizionale. La descrizione si sofferma, particolareggiata al massimo, su alcuni punti per poi lasciarne in ombra degli altri e questo alternarsi non ha un senso e un significato narrativo. Gli elementi messi in luce possono essere banali, dal punto di vista dello svolgersi di una trama, così come, ugualmente, possono essere rilevanti quelli relegati nel buio e quindi assenti. L’articolarsi di detto e non detto, dunque, non è una strategia romanzesca ma è soltanto in funzione d’una struttura ben precisa, che riguarda anche la lingua, una struttura lirica: il quotidiano, un frantume di vita spicciola, come epifania di verità Non esistono delle vere e proprie trame o intrecci ma tuttalpiù delle tracce: schegge e brandelli di storie possibili che, tra uno spiazzamento e l’altro, il lettore segue per raggiungere la schiettezza d’una autenticità che va ben oltre la verità del racconto d’una storia.
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