Il lungo addio

Insieme a Il grande sonno, il romanzo più bello di Chandler, maestro, nel suo genere, del dialogo serrato e del monologo interiore, e cantore della disumanità della città e della demistificazione del sogno americano. Trecento pagine che scorrono veloci, percorse dalle parole amare e ironiche dell’investigatore privato Philip Marlowe, ormai quarantenne, ma ancora dotato di intelligenza, forza fisica, fascino e attrattiva. Marlowe si trova spesso, in quest’opera, a tirare le somme della sua esistenza, trascorsa in un ufficio polveroso, ora a contatto con la violenza dei bassifondi ora con le miserie del jet set, in un’eterna contesa con una Los Angeles corrotta, sporca, criminale, marcia fino al midollo, che lo distrugge e per la quale soltanto egli vive, rappresentando un polo imperfetto, ma irriducibile, di senso della giustizia e della lealtà. Ed è proprio la lealtà, l’amicizia, l’umana compassione per un miliardario alcolizzato che in questo romanzo, il più sentimentale di Chandler, colpiscono il lettore. Marlowe è invecchiato. Attraversa il tempo degli addii: addio ad una vita borghese, addio a vane promesse d’amore, addio alla fiducia umana, addio a chi avrebbe potuto fermarsi per compiere il resto della strada con noi. Si può essere morti già da vivi e vivi quando si è ormai morti. Il momento critico non è quello in cui il cuore smette di battere, ma quello dell'addio.

Philip Marlowe,investigatore privato, incontra e aiuta casualmente un ubriaco di nome Terry Lennox. Un incontro che darà inizio non solo ad un'amicizia tra i due ma soprattutto ad una catena di eventi... Marlowe conquista il lettore perchè ha una personalità complessa ed eccentrica. Omicidi, bugie, tradimenti, false identità: un noir dalla trama intricata e curiosa, un ritmo sempre incalzante, uno sviluppo degli eventi reso sempre più interessante dalla voce ironica del protagonista-narratore, ironico e irriverente, un finale che riesce a spiazzare il lettore.