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Anno edizione: 2018
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Cosa succederebbe se ti ritrovassi davanti, ormai anziana, la donna cui molti anni prima hai rubato il fidanzato? E se ti dicesse senza mezzi termini che sta per morire e il suo ultimo desiderio è quello di sentirti parlare di lui, degli anni in cui lo hai conosciuto, quando lo hai rubato a lei? Inizia così Una moglie francese di Robin Wells, quando Kat si presenta a sorpresa a casa di Amélie, chiedendole di parlare di Jack, il suo ex fidanzato che molti anni prima malgrado la promessa fattale aveva preferito lei, una ragazza francese. Jack era un ufficiale americano di stanza in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale e al termine della guerra avrebbe dovuto sposare Kat, ma qualcosa -qualcuna- si era frapposto e, ora, Kat vorrebbe conoscere i retroscena di quella scelta. Non è per una resa dei conti tardiva, né per chiudere i ponti con un perdono non richiesto: Kat ha avuto una bella vita, si è sposata con un uomo facoltoso, ha avuto dei figli, dei nipoti, ma i veri motivi del voltafaccia di Jack, oltre a quelli più eclatanti, le sono estranei. E ora che lui non c’è più chiede ad Amélie di colmare quel vuoto, raccontandole la nuda verità. «Non ho ancora capito come abbia fatto a sbagliarmi così tanto su Jack. Ci conoscevamo fin da piccoli e… pensavo che fosse un uomo rispettabile». Guardo la fede che porto al dito. Sul lato del palmo è consumata, e ormai è così sottile che sta insieme a malapena. «Lo era». «Con me, è venuto meno alla parola data». «Non è stata colpa sua».” Kat non chiede, pretende, e Amélie accetta a una condizione: per sapere di Jack lei dovrà avere la pazienza di ascoltare una storia più lunga, quella della sua durante gli anni della Guerra, avvertendola: «La verità non ti darà la pace che cerchi». Tra passato e presente, rievocazioni dell’occupazione nazista in Francia, soprusi e barbarie, si snoda la vicenda di Amélie che giovanissima è costretta, insieme alla famiglia, ad abbandonare la sua casa, la vita come l’ha conosciuta fino al giorno prima, le amicizie, una certa agiatezza. Dopo la morte del padre, si farà carico della madre, ed entrerà nella rete della Resistenza grazie al suo primo amore, Joshua, un ebreo austriaco. Ma cosa è successo realmente a Parigi? E perché un uomo retto come Jack è venuto meno alla promessa fatta alla sua fidanzata che lo aspettava a casa, in America? Lodevole l’impianto originale di Una moglie francese, non è certamente facile trovare un modo nuovo per poter parlare di nazismo, campi di concentramento e Olocausto, né di rendere appieno l’apparente immobilismo della Francia occupata, che non si era mai arresa e da basso aveva dato vita a una fitta rete di uomini e donne resistenti ai tedeschi; tuttavia il romanzo convince a metà: gradevole nel narrato, assente nella psicologia dei personaggi che risultano privi di sfaccettature. Una lettura adatta al Giorno della Memoria per non dimenticare che sempre alto «È il prezzo da pagare per chi è rimasto vivo in questo momento terribile».
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