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Anno edizione: 2010
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Mi aspettavo qualcosa di diverso. Firmino racconta la sua storia con un pessimismo che supera di gran lunga quello di Schopenhauer e il pessimismo cosmico di Leopardi; il clima del libro è cupo e pesante e non sembra esserci alcun tipo di salvezza per il povero topo (o per altri esseri viventi). Capisco che anche il pessimismo possa essere una strada, ma in questo modo è eccessivo e non se ne viene fuori. Lo stile di scrittura è lento e pesante e sembra la trascrizione di una seduta psichiatrica. Deludente.
Chi ha detto che i grandi non si leggono una storia, prima di andare a dormire? Firmino è un racconto per la buonanotte, uno di quei libri da portare in treno, che se anche il vicino di posto parla al telefono, si è certi di non perdere il filo. Contenuti, più di tanto, non ce n'è, svaga la mente, lasciando un poco di amaro in bocca.
Non credo di poterlo classificare una delusione, come ha fatto qualcuno prima di me. Non è sicuramente una di quelle storie spensierate che hanno come protagonisti gli animali. C'è Firmino, un topo che si rende subito conto di essere diverso dai suoi fratelli. Nascendo in una libreria, imparerà ben presto ad apprezzare la letteratura e la cultura in tutte le sue sfumature. Questo sviluppo innaturale della sua personalità, lo porterà inevitabilmente a trovarsi in sintonia più con gli uomini che con i suoi simili e da qui nascerà il suo senso di frustrazione dovuto a limiti che non potrà mai superare: soffrire e non poter piangere o non avere delle corde vocali che gli permettano di esternare i propri sentimenti. Un mero topo agli occhi del mondo, ma qualcosa di più esclusivamente ai suoi occhi e a quelli del lettore. Lo credo bene che emerga il pessimismo. Non sarebbe un buon libro se il lettore non si rendesse conto di quanto possa essere frustrante avere tanto da dire e non poterlo fare a causa di limiti fisici o di pregiudizi. E non sempre le cose finiscono con un happy ending. La vita, quella vera, a volte è cruda. Se nasci topo, non potrai mai parlare. Se nasci uomo non potrai mai avere delle ali per volare, per quanto intelligente e colto tu possa essere. E anzi! Forse è proprio tutta questa intelligenza che ti rovina. Riduce la parte istintiva in te, soppiantandola con quella razionale, finendo per farti desiderare ciò che non potrai mai essere. Alzi la mano chi non si è mai rammaricato di non essere abbastanza stupido.
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