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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2008
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Il generale Henrik sente lo spettro della fine incombere su di sé, ma ha ancora un conto da regolare, delle delucidazioni da chiedere, qualche interrogativo a cui nei lunghi anni di forzata solitudine ha finito per dare le risposte più complete. Una mattina riceve un telegramma da un vecchio compagno della scuola militare, il suo amico fraterno Konrád, che avverte di una sua visita, dopo ben quarantuno anni che avevano perso definitivamente i contatti. L'anziano generale riprecorre la sua vita, soffermandosi a lungo sugli anni della fanciullezza e della giovinezza, della scuola militare. Henrik e Konrád appartengono a mondi diversi: figlio di ricchissimi ed altolocati il primo, di nobili decaduti il secondo; Konrád ha timore e forse anche un po' vergogna della propria famiglia, che, pur di mantenerlo alla scuola militare a Vienna, si priva letteralmente del pane. Ciò porterà negli anni a far nascere nel giovane Konrád un sentimento ambiguo, di profondo affetto ma anche di inestinguibile odio nei confronti dell'amico Henrik. Henrik si ritaglia un posto nella società e mette sempre a disposizione dell'amico quanto ha, ma tutto ciò non basterà a frenare la parte oscura del sentimento che li lega, tanto che sarà sfiorato l'acme della tragedia e si giungerà al punto di non ritorno, con la conseguente "fuga" di Konrád. Sarà il tempo stesso a dare al generale tutte le risposte che cercava, la stessa vita di coloro che erano coinvolti a togliergli ogni dubbio, tanto che quello che doveva essere un dialogo risolutivo si trasformerà in un lungo monologo ricchissimo di dettagli, quasi un verbale della polizia. E lentamente il lettore si dipingerà quella che ritiene la verità, senza che ci sia la necessità di sapere come realmente siano andate le cose.
Ogni pagina di questo libro contiene una perla di saggezza. La storia è abbastanza semplice: due amici si rivedono in tarda età per chiarire un punto oscuro delle loro vite passate. Ma il dialogo che scaturisce da questo intento è in realtà un pretesto per l’autore per toccare tutti i temi cari all’uomo. Al primo posto, primo tra tutti, c’è il valore dell’amicizia, poi leggiamo anche di amore, di rispetto, di orgoglio nelle relazioni umane. Cogliamo l’importanza per l’uomo di seguire i propri desideri e inclinazioni, di raggiungere la felicità, di soddisfare il bisogno connaturato di verità.
Lo stile di Sandor Marai è fra i più alti della cultura letteraria mitteleuropea del '900: estremamente lineare e profondo allo stesso tempo. “Le Braci” è un'opera che coniuga il piacere puro della lettura con l'emozione dell'attesa e lo stimolo del messaggio introspettivo. L'autore ci conduce attraverso una storia lunga 40 anni che tuttavia si svolge nell'arco di una sera, ci porta dentro ad un dialogo che e' in realta' un monologo e, al termine, ci conduce all'amara scoperta che molte delle risposte che cerchiamo sono dentro noi stessi. Un piccolo capolavoro.
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