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Anno edizione: 1996
Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2023
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Divertente e leggera come lettura. Il nome Santo Piazzese è legato al suo personaggio più noto, Lorenzo La Marca, un biologo per vocazione e detective per necessità, spesso ipercritico e snob, che tuttavia vorremmo come amico. In questo libro, la vera protagonista della stiria è la città di Palermo; nello specifico lo scirocco che ne fa da sfondo. La trama è interessante, divertente e spinge a leggere fino alla fine; ottime anche le descrizioni dei personaggi ma spesso i sicilianismi risultano gratuiti (ma non è un punto a suo sfavore). Pero questo libro è pieno di citazioni di film, libri, musiche usate per descrivere eventi e personaggi. Ho trovato questa scelta non tra le migliori, perché serve una buona preparazione culturale per cogliere i riferimenti. Infine, Piazzese a volte esagera con la descrizione del suo protagonista, portandomi spesso a saltare interi paragrafi. La prima pagina inizia così: “… le Breton, le Breton…, non fu lui a dire che una storia ben ordinata dovrebbe cominciare con la nascita del protagonista? Nel mio caso, scordatevelo. Se proprio vi serve un protagonista, beh, diciamo che è il tempo. Prima di tutto perché sono un meteoropatico terminale. Ma anche perché, tutto sommato, la storia comincia con una sciroccata”.
E' un romanzo che ti prende subito, e che definirei diverso. Avvolge in un'atmosfera particolare, di una certa Sicilia raffinata, colta, intellettuale, un pò decadente, quasi. Il protagonista Lorenzo La Marca non è un poliziotto, ma un professore universitario, biologo ( come l'autore!), che lavora nell'ambiente universitario della ricerca. Ha però un amico poliziotto,Vittorio Spotorno, con cui ha spesso a che fare, specialmente in casi critici, come questo: la morte misteriosa di un ex collega, trovato impiccato nel Giardino Botanico. Le indagini si avviano , ma ciò che prende di questo romanzo è la Palermo che "scorre" dietro la storia. Non solo , quindi, l'ambiente universitario, con lauree, esami, ma tutto: lo scirocco,i luoghi, la gente , il suo stile di vita. Tutto ciò, raccontato in prima persona, in modo finto- cinico ed ironico , piacevolissimo e scorrevole. Una lettura rilassante, intelligente e non banale. La scrittura è, direi, elegante e mai volgare, l'ironia è la sua arma vincente. Consigliata agli amanti del Noir italiano di qualità.
All’inizio ho fatto fatica a leggerlo perché il protagonista è troppo antipatico: saccente, presuntuoso, una continua citazione di testi musicali anche quando interrompono il racconto. Poi la storia inizia ad essere interessante e devo dire che non mi è affatto dispiaciuto e mi ha fatto venire voglia di visitare Palermo. Mi è piaciuto tantissimo “Enza, una buffa storia palermitana”: un personaggio invece molto simpatico che sopravvive come meglio può in un mondo difficile con la sua astuzia e con il ricorso ai suoi proverbi, delle vere “perle di saggezza”.
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