L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2018
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
“Quando stanno succedendo troppe cose, più di quante tu ne possa sopportare, puoi scegliere di far finta che non stia accadendo niente di speciale, che la tua vita stia girando come il piatto di un giradischi. Poi un giorno ti rendi conto che quello che credevi un piatto di giradischi, liscio ed uniforme, era in realtà un mulinello, un vortice” (p.3) Era molto freddo a Chicago in quella giornata di Febbraio del ’33 e lui, Louie, studente liceale diciassettenne “senza infamia e senza lode” (p.4), ma amante dei libri, non sapeva ancora che i fatti di quel giorno così “significativo” (p.5) avrebbero prodotto, in futuro, questo racconto-testamento per il suo unico figlio. La mattina comincia sempre nello stesso modo: una colazione di porridge, pane tostato e tè, il saluto alla madre che, malata terminale, giaceva in un letto e poi via verso scuola, sempre in perenne ritardo (p.5). Dal pomeriggio, con un susseguirsi di eventi Bellow, ci racconta come una giornata “cupamente consueta” (p.5) si possa trasformare in una girandola di iniziazioni e disastri emotivi, di incidenti e fallimenti e finanche di umiliazioni. Troviamo, allora, il primo approccio alla morte quando Louie, facchino di un fioraio sulla North Avenue, consegna fiori ad una madre in lutto: “Qui una ragazza morta giaceva nella sua bara (…) non mi ero aspettato di trovarmi a guardare dentro una bara (…) adottai con la donna il mio contegno più discreto ed educato. Guardai il pavimento per risparmiarle il mio volto pieno di commiserazione. Ma perché avrebbe dovuto importarle della mia discrezione; cosa c’entravo io lì se non come messo e inserviente? E se lei non osservava il mio contegno, a chi lo indirizzavo?” (pp.13-14). La scoperta del primo desiderio fisico adolescenziale quando incontra, nello studio medico adiacente a quello del cognato, una donna nuda: “Lei era, in carne ed ossa, quelle aspettative” (p.28). La truffa che la stessa attuerà, poche pagine dopo, insieme ad un complice, portandolo nella sua casa, facendolo spogliare, derubandolo e gettando, infine, i vestiti dalla finestra: le pagine ci riportano un misto tra orgoglio ferito e consapevolezza di aver commesso un tremendo sbaglio. L’umiliazione di raggranellare soldi per tornare a casa, potendosi vestire solo con abiti non suoi e per giunta femminili: “Proprio come io stesso, Louie, non ero altro che un maschio nudo dentro un vestito da donna. Quando chiamavi le cose con il loro nome e basta, non ci restava dentro quasi niente” (p.50). La genialità di Bellow consiste nel mettere a nudo il suo alter ego Louie: mi commuove, infatti, la generosità e l’onestà di un uomo che decide di lasciare a suo figlio, come lascito spirituale, uno spaccato della sua vita in cui vengono a galla errori e fallimenti.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore