L' uomo che scriveva «al lupo»

Viviamo in un’epoca dove tutto è possibile, o quasi. Dove la tecnologia dovrebbe accorciare le distanze e farci sentire più vicini e invece ci si sente sempre più soli dietro lo schermo di un computer e in mezzo agli altri. Insicuri, inadeguati, scoraggiati, disillusi nei confronti di un’esistenza che non è come vorremmo e dove persino innamorarsi appare una meta irraggiungibile. Daniele Salviati, protagonista del romanzo, si ritrova a dover fare i conti con questo tipo di difficoltà. Un lavoro insoddisfacente, una famiglia opprimente e una vita monotona…fino all’inaspettata comparsa di una ragazza, bellissima, inarrivabile, che gli farà battere il cuore dal primo istante, ma alla quale non avrà il coraggio di presentarsi e conoscerla, frenato nuovamente dalle sue insicurezze. Rimanendo intrappolato in un limbo tra la paura di soffrire e il rimpianto delle occasioni perdute, soprattutto quando la misteriosa ragazza, denominata nel romanzo col curioso appellativo di Lupo, scomparirà improvvisamente senza lasciare traccia e spingendo il ragazzo ad un’affannosa ricerca senza sapere per altro nulla di lei, nemmeno il suo nome. Un viaggio in cui il lettore verrà trasportato insieme a Daniele in uno straordinario percorso di crescita personale. Ci sono state tante cose che ho apprezzato di questo libro durante la mia lettura. In primo luogo nonostante l’autore sia un esordiente nel mondo dell’editoria, essendo questo il suo primo romanzo, dimostra già una grande padronanza della scrittura, esprimendo appieno le difficoltà e i percorsi mentali, che molto spesso sono gli unici a frapporsi tra noi e i nostri obbiettivi. La capacità di trattare questo tema con la dovuta serietà e leggerezza al contempo, tema nel quale non ho dubbi, in tanti si ritroveranno e faranno il tifo per Daniele perché è un personaggio vero più che realistico, con le paure, le insicurezze, i timori, le sensazioni, i sogni e le aspirazioni di ognuno di noi. Daniele ha, come tutti del resto, i suoi pregi e i suoi difetti ed è un ragazzo straordinariamente sensibile. I miei più sentiti complimenti vanno a Giuseppe Senese. Un giovane Deus Ex Machina che muove gli ingranaggi del suo mondo secondo uno schema preciso senza lasciare nulla al caso. Con un gioco degno di un enigmista smuove e mette in discussione le certezze che il lettore di volta in volta va costruendosi. Demolendo e facendo crollare i pilastri attorno ai quali si sviluppa la vicenda per poi costruirne di altri ad un ritmo incalzante e coinvolgente. Il lettore verrà catapultato in una storia solo apparentemente scontata, dai risvolti inaspettati (anche per la comparsa di elementi inconsueti per questo tipo di narrazione), in un susseguirsi frenetico e appassionante di colpi di scena, responsabili di non poche notti insonni da parte mia. Perché di cose ne avvengono eccome! Un caleidoscopio di emozioni, attentamente misurate dalla capacità dell’autore di dare a tutto le giuste sfumature, con sapienti pennellate di colore, senza calcare la mano ma dando il giusto: né troppo né troppo poco. E questo è un punto fondamentale su cui ho focalizzato l’attenzione durante la lettura perché c’è un grande senso della misura e dell’organizzazione che permea tutta l’Opera a testimonianza dello studio e dell’impegno che c’è dietro con grande coerenza, senza tralasciare alcun particolare, che rende il tutto compatto ed assolutamente piacevole. Una lettura consigliatissima che permette di riflettere e sognare, che strappa sorrisi nei suoi momenti di leggerezza e perché no, anche qualche lacrima. Non resta che tenere d’occhio questa giovane promessa partenopea che in futuro, spero ci riservi altre sorprese letterarie come questa.