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Senza partito. Obbligo e diritto per una nuova pratica politica - Simone Weil - copertina
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Senza partito. Obbligo e diritto per una nuova pratica politica
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Descrizione


"La verità è una, la giustizia è una. Gli errori e le ingiustizie variano all'infinito." Nei tumulti del "secolo breve", Simone Weil era chiara, quasi profetica sulle sorti non certo felici che avrebbero atteso la democrazia qualora la si fosse idealmente ridotta a una forma vuota, misto di burocrazia, rancore e legalismo. Una democrazia fatta di procedure prive di sostanza e, quindi, di giustizia. Giustizia, che per la Weil non precede ogni forma di rappresentanza o consenso, ma costituisce l'origine propriamente politica della comunità. Il partito politico, piccolo mostro totalitario capace di mascherare da fini i mezzi, le appariva già allora come sintomo e causa di un decadimento delle idee forti di giustizia, politica, comunità. Per uscire dalla crisi, suggerisce la Weil, bisogna "radicare" le nostre buone pratiche nell'idea di giustizia davvero comune. Quella giustizia che racchiude in sé l'intero tragitto storico e di significato di tre altre parole: libertà, uguaglianza, fratellanza. Parole svilite e tradite proprio da quei monopolisti del consenso che la Weil identificava con i partiti politici. I tre testi, che qui proponiamo come una lezione imprescindibile a cui guardare, indicano a noi una strada quanto mai necessaria, oggi: quella di una fase costituente per una politica che si voglia davvero nuova e motore di cambiamento nella libertà.
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Dettagli

2013
6 marzo 2013
87 p., Brossura
9788850332298

Valutazioni e recensioni

RafDob
Recensioni: 4/5
Interessante

Questo libro raccoglie tre interventi di Simone Weil: Nota sulla soppressione dei partiti politici; Obbligo e diritto; Studio per una Dichiarazione degli obblighi nei confronti dell'essere umano. La Nota, in particolare, assume nell'attuale contesto politico una particolare rilevanza. La Weil diffida dei partiti ideologici di massa, che finiscono per divenire "chiese" oltranziste alle quali si aderisce senza poter veramente fare il bene comune. Interessante anche l'accezione di "obbligo" che emerge nei due scritti successivi e che richiama il rapporto con l'Infinito e con la giustizia. Utile la postfazione di Andrea Simoncini, che aiuta a capire come la nostra Costituzione, pur dando un ruolo centrale ai partiti, pone attenzione centrale alla persona, non intesa individualisticamente, ma in relazione con gli altri. Da qui il ruolo decisivo che nella democrazia costituzionale svolgono le varie istituzioni (famiglie, associazioni, chiese, sindacati, ecc.) in cui la persona può esprimere stesso. I partiti politici, e questo la Weil nel '42 non poteva coglierlo, sono parte di un più complesso sistema democratico. In questo contesto l'obbligo inteso come responsabilità verso gli altri e i loro bisogni diventa decisivo. Se la giustizia non è il cuore dell'azione dei partiti, e di quella politica in genere, vero progresso non potrà mai esserci.

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Raffaele Dobellini
Recensioni: 4/5

Questo libro raccoglie tre interventi di Simone Weil: Nota sulla soppressione dei partiti politici; Obbligo e diritto; Studio per una Dichiarazione degli obblighi nei confronti dell'essere umano. La Nota, in particolare, assume nell'attuale contesto politico una particolare rilevanza. La Weil diffida dei partiti ideologici di massa, che finiscono per divenire "chiese" oltranziste alle quali si aderisce senza poter veramente fare il bene comune. Interessante anche l'accezione di "obbligo" che emerge nei due scritti successivi e che richiama il rapporto con l'Infinito e con la giustizia. Utile la postfazione di Andrea Simoncini, che aiuta a capire come la nostra Costituzione, pur dando un ruolo centrale ai partiti, pone attenzione centrale alla persona, non intesa individualisticamente, ma in relazione con gli altri. Da qui il ruolo decisivo che nella democrazia costituzionale svolgono le varie istituzioni (famiglie, associazioni, chiese, sindacati, ecc.) in cui la persona può esprimere stesso. I partiti politici, e questo la Weil nel '42 non poteva coglierlo, sono parte di un più complesso sistema democratico. In questo contesto l'obbligo inteso come responsabilità verso gli altri e i loro bisogni diventa decisivo. Se la giustizia non è il cuore dell'azione dei partiti, e di quella politica in genere, vero progresso non potrà mai esserci.

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Recensioni: 5/5

maestra di vita e pensiero

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Simone Weil

1909, Parigi

Simone Adolphine Weil è stata una scrittrice francese. Di ricca famiglia ebraica che le impartì un’educazione raffinata e severa, fu allieva di Alain di cui subì profondamente l’influsso. Dopo essersi laureata in Filosofia all’École Normale Supérieure, insegna fra il 1931 e il 1938 nei licei di varie città di provincia. Nell’inverno del 1934 abbandona l’insegnamento per lavorare come manovale nelle fabbriche metallurgiche di Parigi (per poter “parlare della causa operaia con cognizione di causa”), lavorando nelle officine Renault come operaia per circa otto mesi. Testimonianza di questa esperienza, che ebbe gravi conseguenze per la sua salute, sono il diario e le lettere raccolte sotto il titolo La condizione...

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