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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2023
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È impossibile non leggere questo prezioso, piccolo libro, tutto d'un fiato. Storia dopo storia, immagini e musiche di sottofondo che passano davanti agli occhi come nei teatrini kamishibai* di un tempo. Iniziata la lettura, in men che non si dica ci troviamo a straziarci per Pandora e per il suo torturato essere, a storcere il naso davanti ai fattacci messi in opera da un Narciso hikikomori** tremendo ed egoista, a sorridere amorevolmente per l'ilare atteggiamento di Anchise e a sgridare infastiditi un saccente Teseo. Conosceremo anche nuovi Afrodite, Phobos, Eco, Mida e Persefone, tra gli altri. Ognuno con le loro caratteristiche, ognuno dentro una storia che potrebbe essere la nostra. Una è sicuramente stata la mia. "Afrodite bacia tutti", di Stefania Signorelli, è la raccolta di tredici racconti, di tredici personaggi della mitologia greca ridipinti con colori tenui e collocati in tredici situazioni moderne talvolta scanzonate, molto spesso malinconiche, sempre vere. Storie comuni di ognuno di noi nel quale il mito non rivive per rilettura ma è protagonista attuale ed eterno in ogni situazione: nella paura, nelle fissazioni, nei disagi, nella speranza e nell'amore. Lo stile di scrittura è perfetto per il tema, tremendamente perfetto: aulico, fluido, ricco. Scandisce il tempo con maestria e tira, trascina e blocca il lettore per poi farlo ripartire, salire e scendere. Aspettare, riflettere. Musica d'uno spartito d'arpa antica che resta nell'aria anche dopo aver finito la lettura. Consigliatissimo! *kamishibai: traducibile come "spettacolo teatrale di carta", è una forma di narrazione che ha avuto origine nei templi buddisti nel Giappone (vedi immagine nel primo commento) **hikikomori: termine giapponese usato per riferirsi a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento.
I racconti racchiusi in questa raccolta narrano, in modo del tutto nuovo, a volte grottesco, altre romanzato, altre ancora parodico, di personaggi che incarnano perfettamente l’essenza di dei e altre figure della mitologia greca. Riportando le loro caratteristiche in persone reali, del presente, esse prendono forma in modo peculiare, esagerando aspetti narrati nella mitologia, e aggiungendo nuovi significati, in evidenti rimandi alla quotidianità, alle “patologie” e ai mali sociali dei nostri tempi. O almeno, questo è ciò che ci ho visto io! I racconti si prestano bene a varie interpretazioni, e la prosa molto curata e poetica dell’autrice aiuta i lettori in questa ricerca di significati profondi. Le realtà dipinte nei racconti rappresentano dei rispecchiamenti dei personaggi della mitologia greca come Afrodite stessa, compresa nel titolo del libro, Narciso, Ercole ecc. Una realtà spesso estrema, grottesca, tanto da poter essere vera. E così Narciso diventa il ragazzino che è ancora innamorato di se stesso, ma esprime la sua condizione chiudendosi in casa e utilizzando i social, strumenti estremi di rispecchiamento ed esaltazione di sé, per amarsi e farsi mare; mentre Elena perde la testa, letteralmente; e, ancora, Ercole diventa un lavoratore frustrato le cui fatiche vanno ad assumere ben altro significato. Insomma, ce n’è per tutti, senza risparmi. E vi assicuro che almeno in uno di questi personaggi ritroverete un po’ di voi, riscoprendo come i miti antichi, con i loro personaggi tormentati dai vizi o graziati da delle virtù con mille sfaccettature, possano essere ancora attuali, ancora spendibili: possono ancora insegnarci qualcosa e portarci alla consapevolezza. La scrittura di Stefania Signorelli è accattivante, a volte crudele, svelatrice di sottili verità che possono far male: ma lo fa in un modo sublime, lieve come una carezza. Ho amato molto questa raccolta, e la consiglio davvero molto agli appassionati di mitologia, ma anche di psiche umana, di introspezione. Ma tutti possono leggerla, apprezzarla, coglierne i significati!
Storie brevi, intensissime, scritte in una lingua precisa e poetica, mai banale. Sono Pandora e Menelao, Afrodite e Narciso, Ercole e Penelope, il re Mida e Achille; sono loro e non sono loro, in un gioco di rimandi e citazioni che riesce a non mettere mai in secondo piano il piacere della narrazione. è un’opera a cui si può rimproverare soltanto (e forse) la brevità, e che segnala una voce autoriale matura e molto interessante
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