lettura non semplice e non scorrevole. ha comunque il suo perché e non mi pento di averlo scelto, non so se a posteriori lo rifarei
"'La montagna incantata' è un fedele, complesso, esauriente ritratto della civiltà occidentale dei primi decenni del Novecento e, nella sua incantata fusione di prosa e poesia, di vastità scientifica e di arte raffinata, è il libro, forse, più grandioso che sia stato scritto nella prima metà del secolo." Con queste parole, un entusiasta Ervino Pocar concludeva l'introduzione all'edizione della "Montagna incantata" da lui tradotta nel 1965 che da allora ha fatto conoscere e apprezzare ai lettori italiani questo Bildungsroman straordinariamente complesso ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre Berghof di Davos. Quando il protagonista, il giovane Hans Castorp, vi arriva, è il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese. A contatto con il microcosmo del sanatorio il suo carattere subisce un'evoluzione e un incremento: passa attraverso la malattia l'amore, il razionalismo e la gioia di vivere, il pessimismo irrazionale, senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. In questo mondo dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere. Paradossalmente (l'umorismo di Mann),dopo essere stato convertito alla vita Castorp tornerà alla pianura per perdersi nell'inutile strage della "grande" guerra. Prefazione di Giorgio Montefoschi.
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Informazioni:
Collana "I grandi scrittori" - Brossura editoriale con bandelle, xiv-689 pagine. Traduzione e introduzione di Ervino Pocar; prefazione di Giorgio Montefoschi; in appendice una lezione di Thomas Mann agli studenti di Princeton. Lievi fioriture ai tagli, peraltro buona-ottima copia, probabilmente mai letta..
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Autore:
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Anno edizione:2011
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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gmay 23 febbraio 2022un mattone
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emanini 11 ottobre 2021buona fortuna, ma ne vale la pena
buona fortuna, ma ne vale la pena
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Tutti i temi trattati nella Montagna Magica portano a riflettere sulla vita e sulla morte. E in particolare vorrei riferirmi ad un fatto. Impressiona nella conversazione tra il medico e Castorp la riflessione di come la "forma" postrebbe essere unica differenza tra la morte e la vita se assunta come fenomeno umano. Infatti, mentre la vita prosegue anche dopo la nostra morte, quanto a energia che nutre il resto della terra, in quella che noi chiamiamo vita si tratta di una vita imbrigliata nella forma (il corpo). La scrittura di questo testo è mirabile e la vastità dei temi è immensa. Un testo che ha la possibilità di influenzare tutta una vita. E lo può fare ancora oggi, nonostante molto tempo sia trascorso dalla scrittura.
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