Agent 6

Dopo le mirabolanti avventure che hanno portato Leo Demidov a rivedere le proprie idee, la propria morale e la propria vita, Tom Rob Smith decide di non dargli ancora tregua e dopo “Bambino 44” e “Il rapporto segreto” va ad infierire in maniera ancora più pesante ed incisiva. Si torna ai tempi in cui Leo era un encomiabile agente del KGB, ai tempi in cui incontro Raisa la sua futura moglie. Qui il gelido agente affronta l’amore sotto diversi aspetti, quello nato in lui che lo spinge a cambiare e quello improvviso e fulminante del suo giovanissimo collega, mentre sullo sfondo si staglia la figura di un cantante di colore che ama il comunismo russo proprio perché accomuna tutti indifferentemente dalle religioni e dal colore della pelle. Dopo questa introduzione riesumata dal passato la storia torna dov’era arrivata prima, ovvero Leo sposato e con le due figlie ormai grandi che stanno per andare in America con la madre per un concerto simbolo di pace. Da qui in poi la narrazione subisce una notevole frenata perché giustamente deve gettare le fondamenta della corposa storia basata su intrighi internazionali che sembra nascere e mentre diventa sempre più accattivante e complessa si arriva ad un terribile colpo di scena che sarà un vero shock inaspettato. Qui la storia subirà un ulteriore rallentamento nel ritmo di lettura sempre per comporre nuovi dettagli e mostrate un protagonista completamente distrutto nel fisico e nell’animo, completamente irriconoscibile, poi superata questa seconda fase iniziale il ritmo incalza nuovamente per una nuova parentesi ricca d’azione che si manterrà su buoni livelli fino al lungo rush finale, dove il finale sembra non arrivare mai e quando sembra avvicinarsi la conclusione più ovvia l’autore riesce ancora a spiazzare con verità ambigue e destini maledetti, tanto da chiedersi se il finale sia felice o triste, creando curiosità anche su avventure future: cos’altro dovrà affrontare Leo Demidov per espiare i suoi vecchi peccati? Molto gradevoli i temi trattati dal libro, inizialmente punta molto sulla guerra fredda e sul parallelismo del comunismo russo e quello americano, mostrando come avessero diversi punti in comune, mentre riesce a intrecciarlo bene con le tematiche a sfondo razzista dell’America anni ’50. Successivamente si passa al medio oriente mostrando la famosa invasione russa in Afghanistan da un punto di vista diverso ma non per questo meno riuscito, ma ad incorniciare il tutto ci sarà una sola cosa che muoverà i personaggi, che gli permette di cambiare e di evolvere cercando così una redenzione o della cruda vendetta: l’amore. Questo sarà il protagonista invisibile della storia. Tom Rob Smith firma un altro ottimo libro dedicato all’ex agente del KGB, ancora più triste e malinconico dei precedenti. La storia tiene viva l’attenzione del lettore fino all’ultima incredibile pagina mentre in varie occasioni prende pieghe inaspettate grazie anche a ottimi colpi di scena, rendendolo un libro vario e ben costruito. Peccato ancora per le classiche pecche dell’autore, ovvero le brusche frenate dovute ai lunghi periodi di spiegazioni che intervallano l’intera lettura.