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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2014
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«L'uccello nero | salta leggero, | si chiama merlo | senza saperlo.»
Nel 1989 Toti Scialoja raccolse sotto l'insegna del «senso perso» tutte le sue poesie, fino ad allora riservate a un pubblico di amici, bambini e intenditori: da «Topo, topo, | senza scopo, | dopo te cosa vien dopo?» sino a «La tristizia, il nevischio, il solstizio d'inverno | nel buio natalizio sono sempre di turno...» Partendo dalla strofa infantile si attraversa uno zoo di animali perplessi che si squamano in sillabe, si intrattengono con il gioco commerci non occasionali, si raggiunge la lirica dalla direzione piú inattesa. Si chiedeva Giorgio Manganelli: «Non sarà Scialoja un petrarchesco che si è bruscamente accorto di quante possibilità offra una meticolosa dementia praecox?» Quello che possiamo rileggere è l'inimitabile repertorio in cui Toti Scialoja ha collaudato l'esattezza del principio da lui stesso enunciato: «Nel nonsense la parola è alla prova del nulla».
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Un libro meraviglioso i miei bambini a lavoro hanno amato e riso tanto grazie alle filastrocche contenute nel libro. Super consigliato!
"L'uccello nero salta leggero, si chiama merlo senza saperlo". "Sento una ruspa che raspa la valle... Ahi! Qualche rospo ci lascia la pelle". Non ci si illuda di trovarsi davanti a una raccolta di poesie per l'infanzia, semplicemente buffe e senza una precisa morale: dietro i componimenti, quasi tutti brevissimi, di Toti Scialoja c'è un profondo studio della lingua italiana e una ricerca lessicale a dir poco maniacale, condotti con grande gusto e soprattutto abbondante pazienza. 280 pagine di versi sparsi dal 'senso perso', spesso tendenti al nonsense, con una curiosa attrazione verso il mondo animale, che generano sorrisi ripetuti e indubbia ammirazione verso un artista poliedrico maggiormente noto come pittore, ma che seppe coltivare la passione per la letteratura con ottimi risultati, come dimostra questo libro.
Molto divertente, a volte bizzarro, ma ne vale la pena. Che dire di: "Il sogno segreto dei corvi di Orvieto è mettere a morte i corvi di Orte". Geniale e finissimo.
Recensioni
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