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Anno edizione: 2018
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Il libro propone degli estratti de "La guerra del Peloponneso", ossia il resoconto dello storico greco Tucidide sulla guerra tra la lega di Delo (Atene) e lega peloponnesiaca (Sparta) per il dominio delle rotte commerciali del Mediterraneo. Il siffatto libro esordisce con l'epitaffio di Pericle, ove s'instaurano le premesse di una Atene archetipo della democrazia, egida dei diritti e ferma nel far votare ai propri cittadini le decisioni dello stato. Una dimensione utopica assume il discorso di Pericle e che finisce irrimediabilmente a collidere con gli episodi storici descritti da Tucidide e che seguono l'introduzione: sono tre infatti gli eventi proposti dal libretto e in cui viene messa in discussione la democrazia ateniese, proponendo dialoghi tra gli esponenti dell'emiciclo ateniese che, dibattendosi, spogliano Atene del suo primato e svelano le ambiguità di una nazione retta da aspirazioni contrarie al senso di libertà e valori - benché le allusioni a questi principi siano frequenti, ma rimangono veli delle vere intenzioni -; come la messa a punto di politiche imperialiste, l'assente riguardo per la volontà degli altri popoli soggetti alla lega di Delo e la tronfia arringa dei ricchi, che nutrono interessi personali ad architettare guerre tra polis abbindolando il popolo con promesse di fortuna ingiustificate. Un libro che illustra sinteticamente le problematiche di un governo e di una economia retta dal dominio sugli altrui popoli ma che si concede il privilegio univoco di percepirsi come democrazia, destando di fatto l'inizio della rovina. Consigliato
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