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È la terza volta che inizio la lettura di questo libro e stavolta mi sono costretta ad arrivare fino alla fine. È la storia di Tommaso, ragazzo di strada, con problemi di bulimia e una grande passione per la matematica, che cerca di riscattarsi entrando nel mondo della finanza, in particolare in quella zona grigia di quella finanza criminale che influisce sempre più su crisi internazionali e vicende politiche. Tommaso vive in un mondo in cui il denaro comanda e deforma, dove il possesso è l’unico valore e le donne tutte si concedono, si vendono, si fanno sodomizzare in modo sbrigativo come nel più squallido dei mondi. Le immagini sono crude e decadenti, gli uomini e le donne senza speranza. Difficile da leggere, noioso da morire. Pessimo.
Stile ineccepibile, ma ho trovato la lettura disturbante e non in senso positivo,
Indubbiamente quello che Walter Siti racconta, cioè il mondo della finanza moderna, o meglio la “zona grigia” che sta tra la finanza moderna, la corruzione, la criminalità, la mancanza di scrupoli elevati all’ennesima potenza, è vero o verosimile. Anche attraverso la finzione letteraria si possono toccare angoli di verità e di realtà ben definiti, ne sono convintissima. E certamente Siti è un maestro nello scrivere e nell’usare stili narrativi differenti, sa essere veloce, dissacrante e brillante nello stesso tempo. Fatte salve dunque le qualità narrative dello scrittore, devo ammettere che questo affresco/metafora della nostra società che esclude un qualsiasi scrupolo morale, una anche piccola debolezza umana voluta e difesa, ma che non dico esalta ma mette in particolare evidenza la violenza, la mancanza di scrupoli e di etica, ecco mi ha lasciata insoddisfatta. Nulla di quanto viene descritto è più lontano dal mio vissuto e dalla mia sensibilità né ha toccato le corde del mio interesse. Lo Strega? Mah...!
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