Il destino del leone

Un altro romanzo nella serie di storie di Courtney dall'Africa di Wilbur Smith. Qui racconta la storia di due fratelli Courtney, Sean e Garrick. Sono gemelli non identici e un giorno decidono di giocare con le armi da fuoco. Garrick diventa un bambino problematico, uno dei motivi per cui gli adulti. Viene colpito e si deve essere amputata la gamba di conseguenza. Questo danneggia la relazione dei fratelli, anche con le loro donne, per lungo tempo e attraverso vari eventi storici africani.

Devo dire che avendo letto altri libri di Wilbur Smith della saga della famiglia Courtney questo è forse il meno entusiasmante. Mi sembra che qui manchi la brillantezza nella scrittura che ritrovo negli altri libri della saga. Ho letto i libri della saga della famiglia Courtney nell'ordine cronologico, ma in questo libro non c'è nessun riferimento ai membri della famiglia Courtney precedenti. Poco coinvolgente e senza particolare suspence si concentra sulla vita di Sean tralasciando interamente quella del fratello gemello, per cui si ha la sensazione di un libro incompleto.

Romanzo del 1964, il primo di Smith, nel quale traspaiono già le potenzialità di questo grande scrittore contemporaneo, che avrebbe venduto milioni di libri nella sua sfolgorante e lunga carriera. L'Africa bollente, aspra, dura viene descritta con dettagli quasi dipinti e il lettore si trova presto coinvolto nel destino di Sean Courtney. Interessanti i personaggi, ricca di emozioni la trama. Due soli appunti (sto svelando una parte della trama): 1)che crudeltà quando descrive la caccia agli elefanti! Pensare che questi nobili animali sono stati decimati da avventurieri proprio come il protagonista di questo romanzo (e di molti altri di Smith) fa accapponare la pelle. Leggendo quelle pagine ho odiato l'immaginario Sean Courtney ed ho odiato l'uomo bianco che per proprio tornaconto ha sconvolto gli equilibri del Continente Nero (e non solo quelli). 2)il finale m'è sembrato davvero un po' sbrigativo. Dopo il colpo di scena, lo scrittore spende appena una paginetta e francamente m'è sembrato davvero poco, come se avesse fretta di scrivere la parola "fine". Comunque, per concludere, il risultato complessivo è molto buono e per chi ama i romanzi d'avventura questo è un caposaldo da cui partire alla scoperta dell'opera di Wilbur Smith.