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Basta dire che e' la continuazione della saga di TAITA, il grande consigliere del faraone, personaggio che abbiamo tutti amato nella trilogia sull'Egitto di qualche decennio fa ormai.....Ben scritto, come sempre Wilbur Smith e attentissimo ai particolari. Ora Taita lo fa figurare ancor piu' presuntuoso e megalomane, ma impeccabile come personaggio dell'antico Egitto e continueremo a seguirlo nella prossima avventuira dei faraoni (tanto Taita non muore mai, ha oltre 100 anni):..
Basta dire che e' la continuazione della saga di TAITA, il grande consigliere del faraone, personaggio che abbiamo tutti amato nella trilogia sull'Egitto di qualche decennio fa ormai.....Ben scritto, come sempre Wilbur Smith e attentissimo ai particolari. Ora Taita lo fa figurare ancor piu' presuntuoso e megalomane, ma impeccabile come personaggio dell'antico Egitto e continueremo a seguirlo nella prossima avventuira dei faraoni (tanto Taita non muore mai, ha oltre 100 anni):..
Inizialmente molto entusiasta della notizia dell'uscita di questo libro, mi sono ricreduta dopo circa 100 pagine. Pensavo che Smith avesse ripreso la storia di Taita in questo punto per rimediare al clamoroso scivolone di "Alle fonti del Nilo" (biecamente scopiazzato da "Lei" di Haggard) e che volesse riprendere il filo della narrazione de "Il dio del fiume". Invece ne è uscito fuori un romanzo insipido, pieno di "colpi di scena" insulsi e finali altamente prevedibili. I personaggi, che tanto mi erano piaciuti nel sopra citato prequel, ridotti a figurine stereotipate e nuovi personaggi assolutamente poco coinvolgenti, con una psicologia inesistente. Di nuovo quell'elemento di magia che ci sta bene come i carciofi a merenda, incongruenze temporali e cambio inspiegabile delle caratteristiche fisiche dei personaggi. A chi, come me, aspettava veramente un seguito de "Il dio del fiume", sconsiglio la lettura; mentre per chi vuole passare due orette, non avendo di meglio da leggere, va anche bene e fila veloce. In somma finale: Taita è tornato dopo 22 anni da "Il dio del fiume"...ma forse era meglio farlo rimanere dov'era.
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