Girl power. La rivoluzione comincia a scuola

Le ragazze e le donne sono da sempre in situazioni difficili, costrette a ridimensionare il proprio carattere e il proprio modo di essere per compiacere il mondo. Un singolo errore può compromettere il tuo futuro, una maglietta scollata può etichettarti, una gonna troppo corta può provocare reazioni maschili. Deresponsabilizzare il mondo e dare tutta la colpa alle donne è la strada semplice che tutti vogliono prendere, ma noi siamo stanche e questo libro è il manifesto perfetto della situazione! Viv è una protagonista impaurita, ma comunque capace di creare una rivoluzione. Certo, la rivoluzione non può essere portata avanti da una singola persona e infatti in “Girl Power” le ragazze fanno gruppo e ottengono risultati! Il detto “l’unione fa la forza” non è mai stato più vero. Ci sono delle cose che ho apprezzato molto, in particolare il fatto che il romanzo sia rivolto a tutti i tipi di pubblico e soprattutto alle giovani ragazze adolescenti che, crescendo, si troveranno davanti a milioni di uomini sessisti. Un elemento che secondo me manca, invece, è la donna che discrimina la donna. Purtroppo è una verità che molte donne si lascino influenzare talmente tanto dal mondo da discriminare loro stesse il genere femminile. Forse questo libro dovrebbero leggerlo soprattutto loro!

Mi trovo un po' in difficoltà nello scrivere questa recensione, perchè mi trovo davanti a uno di quei casi in cui riesco a percepire il potenziale del libro ma le cui sensazioni che mi sono rimaste addosso alla fine della lettura sono... spente. Cercando di fare un po' d'ordine: la storia parla di come Viv, e di come, grazie alla creazione di questi "giornalini" (avendo letto il libro in inglese non sono sicura di come dovrei chiamarli perchè non credo nemmeno che esista un termine in italiano appropriato), cerca di far in modo che le cose nella sua scuola cambino. Ora, per quanto lo stile dell'autrice non mi sia dispiaciuto... per quanto la storia in se non mi sia dispiaciuta... mi è venuto a mancare qualcosa. Penso che si potesse lavorare meglio nell'utilizzo dei giornalini e, in generale, sul modo di affrontare il tema del femminismo. Ad essere onesti, ho avuto più la sensazione che Moxie si sia trattato più di una storia di crescita che di femminismo in sé. Non dico che il tema sia trattato in modo superficiale, ma avrei voluto una maggiore profondità, sopratutto nel momento in cui si comincia anche a parlare di temi più delicati come le molestie. Ma la cosa che mi ha dato maggiori problemi è che non sono riuscita assolutamente ad empatizzare con Vivian. Per quanto il suo personaggio abbia una giusta caratterizzazione iniziale e una buona evoluzione durante la storia, non sono riuscita ad entrare in sintonia con lei e ho finito con leggere la storia in maniera distaccata. Mi dispiace davvero per un libro che era davvero promettente.