La grandissima popolarità di cui Antonín Dvorák gode da sempre in Inghilterra è legata soprattutto al suo Stabat Mater, che il compositore boemo diresse a Londra nel 1884 e nel 1885. Quest’opera venne accolta in maniera entusiastica dalle istituzioni corali britanniche, un fatto che portò alla commissione di un Requiem, che venne eseguito per la prima volta a Birmingham nel 1891 con un clamoroso successo di pubblico e di critica. Concepito nel solco della grande tradizione tracciata da Cherubini e da Verdi, il Requiem di Dvorák è caratterizzato da toni austeri, meditativi e del tutto esenti da vuota retorica e basato su una scrittura commovente e molto sofisticata. Grande protagonista di questo disco è Antoni Wit, uno dei più autorevoli direttori d’orchestra polacchi, che iniziò a studiare composizione con Henryk Czyz presso l’Accademia Musicale di Cracovia e si perfezionò in seguito a Parigi con la celebre Nadia Boulanger. Dopo aver vinto nel 1971 il secondo premio al Concorso Internazionale di Direzione Herbert von Karajan di Berlino, Wit divenne assistente di Karajan e dal 2002 al 2013 ha ricoperto gli incarichi di direttore generale e di direttore musicale del Coro e del’Orchestra Filarmonica di Varsavia. Nel corso della sua carriera Wit ha realizzato oltre 200 registrazioni, tra le quali spicca il disco Naxos dedicato ai concerti per pianoforte e orchestra di Sergei Prokofiev, a cui è stato assegnato un Diapason d’Or e un Grand Prix du Disque de la Nouvelle Académie du Disque. Nel 2012 Wit si è aggiudicato un Grammy Award per un disco dedicato a Penderecki comprendente Fonogrammi, il Concerto per corno e orchestra e la Partita. Wit è titolare di cattedra presso l’Università Musicale Fryderyk Chopin di Varsavia.Dopo aver studiato con la grande Nadia Boulanger, il direttore polacco Antoni Wit ha iniziato una intensa carriera concertistica e discografica, che lo ha visto impegnato soprattutto nel repertorio tardo romantico.
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