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i meriti di Bob Dylan nella storia della musica e delle cultura del novecento sono incalcolabili e straordinari,tra questi voglio considerare quello di aver spinto Francesco De Gregori ad imbracciare una chitarra e a proporre la sua musica. Con questo disco Il Principe "ringrazia " musicalmente il grande Bob riproponendo alcune sue canzoni e traducendole in lingua italiana in modo efficace ed intelligente cioè rispettando il significato del testo originale e accompagnandolo con un arrangiamento musicale che non stravolge il pezzo originario senza esserne una banale cover. Era difficile e rimane difficile rendere Dylan in italiano,ma un artista unico e straordinario come De Gregori c'è riuscito benissimo e le sue versioni dylaniane risultano cosi valide da sembrare le sue.
Difficile credere, per chi oggi ha vent'anni, che un cantautore italiano con alle spalle 31 dischi tra studio e live, possa ancora scrivere un capolavoro rifacendo le canzoni di un suo compare americano che ne ha 74… Eppure Francesco De Gregori lo ha fatto: ha tradotto e cantato 11 canzoni di Bob Dylan riuscendo nel miracolo di essere se stesso senza tradire Dylan, di essere Dylan senza dimenticare se stesso. E lo ha fatto scegliendo 11 canzoni "diversamente note". Niente Blowin' in the wind o Like a rolling stone. De Gregori ha scelto il Dylan più puro, meno appariscente, quello che ogni dylaniano segretamente ama di più. Ne ha conservato le musiche mettendoci la sfavillante energia della sua band e ne ha reinventato le liriche regalando a tutti noi che per anni abbiamo brancolato nel buio - giacchè non basta conoscere l'inglese per "capire" Dylan - l'impressione di "sentire" Dylan cantare in italiano… "Amore e furto" rappresenta la perfetta simbiosi di questi due menestrelli separati dall'oceano ma uniti dalle corde di una chitarra. De Gregori ci dice nelle interviste di questi giorni che lui è stato quello che è stato perché c'era Dylan. Noi lo ringraziamo per averci ridato nella nostra lingua le strofe visionarie che Dylan ha inventato.
Gran bel disco dove Francesco si muove pienamente a suo agio e ascoltando i brani si rivelano le sue radici culturali e musicali. In alcuni momenti si scorge il primo De Gregori e si coglie quanto forte fosse l'impronta dylaniana e quanto lo sia ancora.. Alcuni brani erano gia' stati eseguiti dal 'Principe' in precedenti lavori, ma qui sembrano piu' fedeli all'originale dal punto di vista musicale e degli arrangiamenti. Sicuramente Dylan dimostra di essere stato davvero avanti e non a caso essere diventato un mito.
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