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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2007
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Boxer è composto da 12 brani, in gran parte caratterizzati da una fantastica vena melanconica. Dalle musiche, che in parte possono ricordare quelle dei Talking Heads di David Byrne, rimane impressa l'incredibile voce di Matt Berninger. Alcuni brani come Fake Empire, Mistaken For Strangers, Guest Room e, per finire, la splendida Gospel mettono, a mio avviso, Boxer su un piedistallo sopra il quale, negli anni recenti, ben pochi gruppi sono riusciti a posizionarsi. Un disco assolutamente da avere.
I cinque di Cincinnati (Ohio) sono in pista da una decina di anni, hanno raggiunto una discreta fama con Alligator (2005), si sono imposti alla critica due anni fa con questo lavoro, confermati con High Violet l'anno scorso. Personalmente li ho scoperti solo nel 2010 a forza di vederli nelle classifiche best of. E che dire, meritano. I cinque hanno nella voce e nella batteria il loro tratto distintivo. La prima è bassa e avvolgente. Diabolicamente monocorde, piace o non piace ma è calda, avvolgente, centrale nei loro lavori. La batteria è altrettanto organica. Nervosa e ipnotica, quasi sempre marca i brani con forza e grande presenza. Da qui non si scappa. Se apprezzate questo binomio allora i The National sono il vostro gruppo. The Boxer rimane il loro lavoro migliore, non ha niente fuori posto, davvero. The Alligator serve, è necessario per capire quanto sono cresciuti e hanno migliorato le loro potenzialità. High Violet è la conferma clamorosa. Per la sola voce è possibile fare un riferimento ai Tindersticks, per il nervoso dei loro pezzi ai migliori Interpol. Di gruppi irrequieti ne sono passati parecchi in questi anni, durando nella maggior parte dei casi poche stagioni. I The National sono invece destinati (lo sono già, probabilmente) a diventare una band di assoluto rilievo nel panorama alternative americano. Disco da avere, per poi sentire quello precedente e quello successivo.
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