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Amazing Game. Instrumental Music (Special Edition) - CD Audio di Paolo Conte
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Amazing Game. Instrumental Music (Special Edition) - CD Audio di Paolo Conte
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Descrizione


SPECIAL EDITION.
Amazing Game raccoglie 23 brani strumentali provenienti da registrazioni avvenute in periodi differenti. 12 (da “Pomeriggio Zenzero” a “The Bridge”) commissionati dalla Regione Liguria per commemorare il centenario della nascita di Eugenio Montale; 5 (da "Rumbomania” a "Gli Amici Manichini") composti per una pièce teatrale mai andata in scena dal titolo “Gli Amici Manichini”; “Sirat Al Bunduqiyyah” è stato registrato per la pièce teatrale “Corto Maltese” in collaborazione con l’Orchestra Sinfonica delle Marche sotto la direzione di Daniele Di Gregorio mentre“Changes All In Your Arms” era stato ideato inizialmente per il disco “Razmataz”.
Amazing Game è disponibile in due versioni, CD digipack brossurato e vinile (1 LP).
All’interno del booklet sono riprodotti 23 disegni realizzati da Paolo Conte stesso ispirati ai brani dell’album.Insieme a Paolo Conte hanno suonato nel disco: Lucio Caliendo (bassoon), Claudio Chiara (alto sax), Daniele Dall’Omo (guitar), Daniele Di Gregorio (drums – percussions – vibes), Massimo Pitzianti (accordeon – bandoneon – clarinet – baritone sax), Piergiorgio Rosso (violin), Jino Touche (double bass – guitar), Luca Velotti (soprano sax), Luciano Girardengo (cello), Maurizio Bellati (french horn), Alberto Mandarini (trumpet), Jimmy Villotti (electric guitar) Claudio Dadone (guitar – accordeon), Piero Conti (drums) e Ginger Brew (cori).
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Dettagli

CD Audio
1
14 ottobre 2016
0602557181944

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Dopo averci deliziato a lungo con indimenticabili canzoni che sono di fatto entrate nella storia della nostra musica e non solo, l’Avvocato chansonnier firma qui il suo primo album interamente strumentale. Come spiegano le note di copertina scritte dall’autore, l’album è nato quale sorta di antologia e raccolta di brani composti nel corso degli anni per motivi occasionali, eventi vari e spettacoli teatrali, che quindi sono stati ripresi in mano, riaperti dai cassetti dopo diverso tempo e ripubblicati per l’occasione. Il disco permette di cogliere con ancora maggiore chiarezza, nella loro nuda essenzialità, le suggestioni che da sempre animano il mondo musicale di Conte, qui svelate in qualche modo ancor più da vicino, sfrondate come sono della consueta forma canzone e del confezionamento di sempre, che univa alla vena musicale originale, elegante e raffinata, un impasto testuale d’ispirazione spesso fantastica e un immaginario poetico surreale, ove tuttavia le parole adottate apparivano funzionali alla poetica espressa dalla stessa creazione musicale. Le parole e il loro mondo concettuale insomma erano spesso concepiti ed intesi, come ammetteva lo stesso autore in alcune interviste, quale accompagnamento alla musica o meglio rafforzamento del mondo poetico espresso da essa. Qui è il contrario, così che senza il filtro delle parole l’essenza delle influenze musicali care a Conte e il background che ne nutre l’ispirazione artistica emergono con assoluta nettezza. I brani che scorrono nel disco, sebbene forse possano sembrare non tra i più importanti della produzione discografica del cantautore astigiano proprio per l’impianto occasionale di questo lavoro, sono tutti come sempre di grande piacevolezza. Emergono dal caleidoscopio delle emozioni tanti momenti che permettono di fermare nel tempo frammenti e schegge di un mondo poetico e musicale sospeso fra molte fonti di ispirazione, anche con incursioni in più generi musicali, taluni spazi di libera improvvisazione ed arrangiamenti orchestrali di fattura classica, pur mantenendo intatta la cifra stilistica di fondo. Come sempre, e come è stato in passato detto e chiarito dallo stesso Conte, l’intento principale non è tanto quello di fare una rivisitazione nostalgica di un’epoca precisa quanto piuttosto riproporre momenti appartenenti a un mondo vintage e perduto, magari indefinitamente lontano nello spazio e nel tempo ma costante fonte di ispirazione, che serve a descrivere una specie di paesaggio mentale, culturale e dell’anima e che soprattutto fa del nostro un grande, e a suo modo quasi unico nel panorama nostrano attuale, creatore di atmosfere. Sempre per citare dichiarazioni di Conte apparse in interviste recenti, non si tratta di un disco di musica jazz in senso stretto, come poteva essere lecito aspettarsi da un lavoro appunto pressoché solo strumentale (salvo un breve inserto cantato da due coriste). Ecco allora affiorare qua e là, fra le altre fonti di ispirazione, l’amata Francia, rievocata per esempio dal tappeto sonoro di certe fisarmoniche, assieme a dondolanti melodie swing, atmosfere anni ’20 ed evocative del caffè concerto, qualche momento orchestrale addirittura di tipo classico; senza poi dimenticare la ricorrente attrazione per le influenze del tango, della rumba e del Sudamerica in genere (anche grazie al contributo del sempre straordinario Daniele Di Gregorio). Fra i brani più riusciti, la cantabile marcetta di “Pomeriggio Zenzero”, il brano di apertura ove l’accattivante arrangiamento e lo sfondo delle fisarmoniche condiscono il tema e rendono ancor più appetibile il tutto. Tra i migliori è senz’altro il brano che dà il titolo al disco, scandito nel tema principale da un seducente vibrafono, che rievoca uno swing d’epoca dal tocco garbato e felpato, di grande signorilità ed eleganza: una sorta di piccola perla vintage quasi anni ’60 che non sarebbe dispiaciuta all’indimenticabile Lelio Luttazzi.

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DARIO MAZZEO
Recensioni: 5/5

Paolo Conte fa con quest’album qualcosa che ancora non aveva fatto nella sua lunga carriera: realizzare un disco completamente strumentale. Ed è l’ennesimo regalo per tutti noi. I pezzi vengono da varie occasioni artistiche: commissioni per celebrazioni ufficiali, estratti da spettacoli teatrali e registrazioni non confluite nei suoi precedenti album, quindi prodotti in un vasto arco temporale. Tutto questo, però, non si nota affatto, anzi il risultato è altamente omogeneo e, se non fossimo stati avvisati sull'origine del materiale, di certo propenderemmo per una genesi autonoma di questo lavoro e lo inquadreremmo come un ulteriore tassello nell'opera di Conte… cosa che a tutti gli effetti è.

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Paolo Conte

Paolo Conte nasce ad Asti. Già da ragazzo comincia a coltivare la passione per la musica e per le arti figurative. Inizia giovanissimo a scrivere canzoni sulla scia di suggestioni assorbite dalla vita, dal cinema e dalla letteratura. A metà degli anni ‘60 irrompono nelle classifiche i suoi primi successi, come Azzurro, Insieme a te non ci sto più, Messico e nuvole, Genova per noi, firmati per i più importanti interpreti della canzone italiana.Il debutto da protagonista avviene nel 1974 con l’album Paolo Conte al quale seguirà una produzione musicale sempre innovativa e raffinata che arriva fino ad oggi ad annoverare 15 album di studio, oltre a numerosissimi live e antologie, regalando alla musica italiana colori e suggestioni di un sapore unico...

Brani

Disco 1

1 Pomeriggio Zenzero
2 F.F.F.F. (For Four Free Friends)
3 En Bleu Marine
4 Song In D Flat
5 P.U.B.S.A.G. (Passa Una Bionda Sugli Anni Grigi)
6 Amazing Game
7 Zama
8 A’ La Provençale
9 Serenata Rustica
10 La Danse
11 Zinia
12 The Bridge
13 Largo Sonata Per O.R.
14 Fuga Nell’Amazzonia In Re Minore
15 Sharon
16 Tips
17 Rumbomania
18 Mannequins Tango
19 Novelty Step
20 La Valse Fauve
21 Gli Amici Manichini
22 Changes All In Your Arms
23 Sirat Al Bunduqiyyah
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