Compositore. Trascorse tutta la sua vita a Milano; fu compositore ufficiale di molte pubbliche manifestazioni, organista e maestro di cappella di varie chiese, e si adoperò per la divulgazione della musica strumentale. Dal 1737 al '41 ebbe come allievo Ch.W. Gluck. Principale esponente di quella scuola milanese che si distinse specialmente nel campo della sinfonia, S. occupa un posto particolare nel quadro della civiltà preclassica, per la ricchezza inventiva e la concisione del suo stile sinfonico, che rivela un graduale ma deciso superamento dei modi tardobarocchi. Ormai assodata è l'influenza da lui esercitata su Gluck e su Boccherini, mentre più sfumata e indiretta fu quella su Haydn e Mozart, nel giudizio dei quali lo stile sinfonico di S. veniva a confrontarsi con quello della scuola di Mannheim e di J. Ch. Bach. Alcuni malevoli contemporanei chiamarono S. «l'imbrattacarte», ma il contemporaneo J. Myslivecek vide in lui nientemeno che «il padre dello stile di Haydn» (Haydn stesso lo tenne in alta considerazione). Di lui rimangono oggi un'ottantina di sinfonie (77, secondo calcoli più recenti), cui si devono aggiungere numerose altre composizioni strumentali (15 concerti, 16 concertini, 6 quintetti per archi, 20 quartetti per archi o flauto e archi, 187 trii, 74 duo, 15 sonate per clavicembalo), alcune opere teatrali (Memet, 1732; L'ambizione superata dalla virtù, 1735; L'Agrippina, 1743), azioni drammatiche d'occasione (come La gara del genio della Germania con quello dell'Italia, scritta per le feste asburgiche del 1747), 2 oratori, qualche composizione liturgica. A parte le sinfonie, che costituiscono il maggior titolo di merito storico di S., notevole rilievo hanno le sonate (duo o trii), molte delle quali pubblicate ai tempi dell'autore (specialmente a Londra): non di rado esse sono documenti di stile galante che preannunciano, da un lato, Boccherini e Cambini, e dall'altro il primo sonatismo di Haydn e di Mozart.