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Se mi facessero la classica domanda: «Qual è il disco che porteresti con te sull’isola deserta?» (che è una variante divertente di: «Qual è il tuo disco preferito?») risponderei “Nocturne” di Siouxsie & The Banshees. Be’, un solo disco è un solo disco, davvero poco. Qualunque album da studio (perché è a quelli che inflessibilmente la domanda si riferisce) dei miei artisti preferiti decidessi di portare con me lontano da tutto e tutti mi obbligherebbe a rinunciare a tanti brani che amo e che sono presenti in altri dischi. Di conseguenza, sempre se sia concesso, la mia scelta si orienta verso i “best of”, che si presume contengano il meglio della produzione di una band o di un cantante. Tra tutti i miei idoli pongo innanzi Siouxsie Sioux perché è, insieme a Kate Bush e Stevie Nicks, la voce più bella del mondo e poi perché crea delle melodie con una drammaticità che sembra autentica. Nel suo caso, però, opterei più per questo live anziché per una raccolta di successi, in quanto “Nocturne” racchiude veramente l’essenza della sua produzione fino al 1983 (eccetto due pezzi che furono dei Beatles, ovvero “Helter Skelter” e “Dear Prudence”), riproposta in una lodevole versione dal vivo che spesso migliora la qualità dei brani (ad esempio “Pulled to bits” unplugged acquista una magia incredibile, corroborata dal battere delle mani del pubblico che tiene il ritmo del tamburello). Inoltre, alla chitarra c’è Robert Smith, storico leader dei Cure, e ciò significa che porterei con me nella solitudine più totale ben due dei miei artisti più amati. Certo, in questo live registrato tra la notte del 30 settembre e del 1 ottobre dell’83 al teatro Royal Albert Hall di Londra mancano gemme come “Rhapsody” del 1988, contenuta in “Peepshow”, dove la regina del dark si cimenta nella lirica, o “The Rapture” (dell’omonimo album del 1994, canzone perfetta come colonna sonora per l’isola deserta) oppure le tante sublimi rarità del box “Down side up”, ma gli acuti (o, meglio, urla da strega) di questo live sono un’emozione infinita (“Cascade” e “Painted bird” in primis). “Nocturne” è una preziosità da esporre in vetrina su un cuscino rosso per tutti coloro che dalla musica cercano classe, evasione e trasporto. Un intro di Igor Stravinskij (è un estratto del balletto “La sagra della primavera”) conferma la ricercatezza dell’intero disco e c’è, per chi fosse interessato, anche un DVD a testimoniare la spettacolare performance scenica della donna più carismatica del rock alternativo mondiale. Per molti critici le opere di Siouxsie Sioux sono solo ciarpame, mentre per me hanno un valore immenso e le ho incluse con orgoglio nella mia collezione privata di dischi: sono il frutto della grande genialità di un’artista che definirei più che una semplice cantautrice una “canta-scrittrice” (di genere noir. In alcuni testi tra l’altro viene citato E. A. Poe), portavoce indiscussa di moda, arte e cultura.
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