Il quinto album in studio dei Submotion Orchestra vede la band tornare a quelle atmosfere fumose, jazzate ed elettroniche che resero il loro album di esordio “Finest Hour” (2011) vero e proprio album di culto.
Sin da quando si sono formati, nel 2009, i Submotion Orchestra si sono mossi con eleganza in un ampio panorama musicale tra deep‐electronic, jazz, soul, ambient e downtempo, stupendo il proprio pubblico dall’Islanda fino all’India. La loro musica è unica e riesce ad essere delicata e potente allo stesso tempo, spaziosa e densa, ricca di atmosfera ma concreta. La forte presenza del basso unita alla batteria, ben si amalgama ai fiati e ai suoni di tastiera eleganti, per un elegante tappetto perfetto per la fragile bellezza della voce di Ruby Wood e per gli effetti celestiali del produttore Ruckspin.
Tommy Evans, mente del progetto, spiega: ”negli ultimi due anni ci sono stati molti eventi personali molto significativi per ognuno di noi, tra cui nuove nascite ma anche dolorose perdite. Abbiamo usato questi eventi biografici come spunto creativo. Ognuno di noi ha comprato una macchina fotografica usa e getta da usare per rappresentare questi eventi, selezionando poi dieci immagini come ispirazione per i dieci brani del disco. Ogni brano esplora emozioni differenti, temi o eventi. Tutti siamo stati onesti, intensi ed estremamente personali.”
Il pianista Taz Modi continua: ”con “Colour Theory” abbiamo portato il nostro verso territori più elettronici, come ci sentivamo di fare in quel momento. Con “Kites” siamo tornati a fare quello che facevamo agli esordi, scrivendo insieme e arrangiando le canzoni in studio. Gran parte dei brani, infatti, sono stati registrati live in studio.”
L'onestà è qualcosa di molto raro nella musica, e troppo spesso le band si trovano nella strana situazione di dover contemporaneamente accontentare etichetta e pubblico. “Kite” non è niente di tutto ciò. È un disco pieno di onestà, integrità e bellezza.
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