Violinista e compositore. Studiò con lo zio Antonio V., iniziando, ancora ragazzo, una straordinaria carriera concertistica in città italiane (a Venezia frequentò Tartini), Londra (direttore dell'Opera italiana nel 1714 e dal 1733 al 1738, con minore fortuna, al King's Theatre con Porpora, Händel e Geminiani), Düsseldorf (1715) e Dresda (primo violino della cappella di corte dal 1717 al 1722): qui, in seguito a ostilità e gelosie, compì un tentativo di suicidio gettandosi da una finestra e rimanendo zoppo per il resto della vita. Dopo soggiorni in Boemia (1723), Pisa (1745-50) e Torino (1750), si ritirò definitivamente a Firenze, è tra i più importanti violinisti-compositori dell'epoca tardobarocca. Mirabili per vivacità ritmica, fluidità melodica e qualità della scrittura strumentale (di un virtuosismo meno accentuato rispetto a quello di P. Locatelli o G. Tartini) sono le Sonate per violino solo e basso continuo op. 1 e op. 2 apparse in due raccolte pubblicate nel 1720 e nel 1744, mentre restarono manoscritte le sonate intitolate Dissertazioni sopra l'opera quinta del Corelli: in queste composizioni aspetti stilistici della sonata barocca convivono con una chiarezza formale e inventiva che è più tipica della storia successiva del genere. La produzione di V. comprende inoltre opere teatrali (Adriano in Siria, 1735; La clemenza di Tito, 1737; Partenio, 1739; Roselinda, 1744), 7 oratori (tra cui Sara in Egitto, in collaborazione con altri 23 autori, 1708), cantate, poemi pastorali, concerti. È?autore del trattato Il trionfo della pratica musicale.