Ho acquistato questo libro perché appassionato di fotografia. Ero interessato al suo contenuto in immagini. In realtà il volume, molto curato anche sotto il profilo biografico e narrativo, racconta di giovani vite spezzate in nome dell'informazione. Anche a costo della propria vita. Accanto a scatti memorabili il lettore viene quindi condotto nell'esistenza di ciascuno di questi fotogiornalisti, unendo la forza delle loro immagini alle passioni e alle scelte che le hanno rese possibili. In questo connubio il lettore non può più separare l'immagine dal suo autore, modificando in modo sostanziale il contatto con l'opera. Mi si dirà che questo vale nell'approccio verso qualsiasi creazione artistica. Ma la fotografia è un'arte giovane e, quantomeno per me, l'osservazione si è sempre limitata ad una valutazione iconografica, che considerava l'abilità dell'autore solo sotto il profilo tecnico. Questo libro stravolge le regole, mettendo in primo piano chi si pone dietro la fotocamera. Eroi silenziosi che hanno sacrificato la propia vita in nome di quegli scatti. Horst Faas, capo ufficio dell'Associated Press di Saigon durante la guerra del Vietnam, amava ripetere che nessuna foto può mai valere una vita. Per questi fotografi le sue parole sono cadute nel vuoto. Perché la passione per il proprio mestiere è andata oltre ogni considerazione sul rischio.
