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Anno edizione: 2012
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"O my God, I'm heartily sorry for having offended Thee"... Madonna recita l'atto di dolore e subito dopo si scatena sulla dance floor, il sound torna a Confessions con una spruzzatina di Celebration, il concept fa capolino a Erotica e Like a prayer, il videoclip (dove il titolo assume tutt'altro senso) cita alcuni dei suoi vecchi successi e amplifica il tema dell'omosessualità maschile fin ora solo accennato in "Open your heart" ed esposto dal vivo nel "Girlie Show" in "Why's it so hard?", solo che lo fa con maggiore sfacciataggine, giocando ancora di più con la religione, arrivando perfino a rivisitare il mito di Adamo ed Eva con due uomini che mangiano la mela del peccato. "Girl gone wild" non è innovativa, ma è una canzone dance di tutto rispetto che si fa ascoltare e amare con facilità. Subito dopo averci detto che lei è come una "Girl gone wild", si scatena totalmente con "Gang Bang", a mio avviso uno dei migliori pezzi di Madonna. Struttura sonora e concept innovativi, i rumori si mescolano ai suoni e insieme ai suoi bisbigli diventano musica sporca, dark, forte, da vera bad girl dando vita a una canzone/film con tanto di spari e sfrecciate in motocicletta. E' ora il momento di "I'm Addicted", non invasiva negli arrangiamenti elettronici, piccolo capolavoro di questo rispettabilissimo album. Tra il divertente e lo psichedelico, la canzone parla della dipendenza dall'amore, e per farlo si avvale dello spelling del nome della performing artist pronunciato all'americana: Mdna, che assomiglia molto al nome di una sostanza che davvero crea dipendenza, ma in questo caso si tratta semplicemente di Madonna, di musica, di ballo... la dipendenza da queste cose non ha mai fatto male a nessuno. Adesso Turn up the radio: conservatore, stilisticamente e concettualmente. Gli arrangiamenti ammiccano fortemente agli anni Ottanta, a "Video killed the radio star". Gradevole, nostalgico, ci ricorda chiaramente i suoi inizi. "Give me all your luvin'", le nuove popstar si trasformano in cheerleader adoranti "LUV MADONNA", accattivante, orecchiabile, godibilissima, ma leggermente al di sotto della Regina del Pop: un tantino anonima dal punto di vista musicale, avrebbe dovuto personalizzarla di più. Some girls, scorrevole e orecchiabile, ma totalmente anonima. "Superstar", a mio avviso una traccia totalmente fuori contesto, andava bene in "Madonna" o "Like a Virgin", qui suona come una filastrocca per bambini. "I don't give a", finalmente un altro pezzo con gli attributi, squisitamente pop, testo intelligente e introspettivo; bello l'intervento di N. Minaj, geniale il coro trionfale/drammatico alla fine. "I'm a sinner", torna l'irriverenza anticlericale vestita dei colori di "Ray of light" e di "Beautiful stranger", pezzo carino senza infamia e senza lode. Il banjo apre "Love spent", deliziosa mid-tempo, altro pezzo in cui è chiara l'evoluzione musicale di Ms Ciccone, canzone divisa in tre parti diverse e allo stesso tempo omogenea nella sua splendida integrità. Cosa dire di "Masterpiece"? è uno dei picchi dell'album, classicamente madonnesca, emozione tradotta in pura musica pop tra l'acustico e l'elettronico con un testo di tutto rispetto, la sua voce suona dolorante e appassionata. "Falling free" ballata tutta elettronica, inferiore (ma solo relativamente) a "Masterpiece", sia per la musica che per il testo. Degna di nota la sua interpretazione, è meravigliosa quando alla fine dà sfogo alla sua parte più fragile... Con "Beautiful killer" torniamo alle atmosfere ballabili (ma non dance), carina e scorrevole... niente di nuovo, ma Madonna si sente. "I f**ked up", di nuovo a "Ray of light", con un po' di "Time stood still", questa è la canzone del divorzio... semplicemente bella. "B-Day Girl", faccio fatica a capire se sia stata cantata adesso o nel 1963, è sfacciatamente spensierata, proprio una "Canzone di compleanno", nulla di pretenzioso e proprio per questo promossa a pieni voti. "Best friend" è uno dei capolavori dell'album, l'arrangiamento ansiolitico, ma terribilmente schematico sembra voler sottolineare l'esigenza di essere rapidi, incisivi e razionali nonostante la tristezza che caratterizza il periodo. Madonna è totalmente dentro il pezzo, dà tutta se stessa fino all'ultimo bisbiglio. Alla fine, giusto per allungare, un insignificante remix di "Give me all your luvin'". Per il primo album con la "Interscope", Madonna ha deciso di rispolverare un po' della sua tradizione, non dimenticando l'evoluzione, ma senza strafare. Ha anche reso omaggio al "nuovo pop", ma è proprio quest'ultimo aspetto che spersonalizza un pochino l'album, comunque nulla di compromettente. E' un disco bellissimo, un disco di Madonna, tornata al suo sound dopo il bello (ma generico) "Hard Candy". Long live the Queen of Pop!
Recensioni
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