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Anno edizione: 2012
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Se esteriormente non succede niente, nell'attesa estenuante di un accadimento che renda degna la vita dei soldati della Fortezza Bastiani, è nella psiche dei personaggi principali che si muove la trama del romanzo. Giovanni Drogo in un primo momento vuole lasciare la Fortezza per tornare in città, dove lo attendono la madre, le ragazze e una vita facile; ma guardando l'orizzonte verso lo sconfinato deserto del nord sente una strana attrazione per quel luogo, che promette grandi cose e un glorioso destino. Lo scorrere silenzioso e inesorabile del tempo consuma la vita senza sconti per nessuno, privando il protagonista persino di un'ultima, intima gioia. Penso che la ripetizione di pensieri e fatti, l'esplicito ritornare della narrazione su alcune situazioni siano il modo che Buzzati utilizza per lasciare la sensazione tangibile dell'abitudine che attanaglia molte vite.
"Il deserto dei tartari" è uno dei romanzi più belli che siano stati mai scritti nel Novecento. Il suo autore, Dino Buzzati, molto apprezzato in Francia, piuttosto che in Italia purtroppo, comincia a scriverlo da giovane mentre lavora al Corriere della Sera. Il protagonista è il tenente Drogo, il quale viene mandato in servizio alla fortezza Bastiani, situata in un punto di confine, dove da anni si aspetta l'arrivo dei temuti tartari. Tema fondamentale è, infatti. lo scorrere inesorabile del tempo, che si intreccia con quello della morte, ossessione e leitmotiv di molte opere di Buzzati. Da leggere!
Il deserto dei tartari è uno di quei libri che una volta finito di leggere, riesce a lasciarti dentro una sensazione di pura melanconia per il tempo passato troppo in fretta e per le troppe occasioni perdute. La fortezza Bastiani, il nemico che si fa attendere, il deserto e tutto ciò che accade intorno a quei luoghi, non è altro che una lucida allegoria dell'esistenza umana. Buzzati con questo capolavoro ha saputo scavare fin dentro l'animo umano meravigliosamente e con grande stile.
Recensioni
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