Autobiografia a due voci

100 ore di intervista a Fidel che raccontano la storia cubana, dall'indipendenza dalla Spagna a fine Ottocento al 2005. L'infanzia di quello che sarebbe divenuto il líder máximo, i suoi ideali, le sue lotte, le sue vittorie, le sue autocritiche (piccole e limitate). È ovviamente un libro che ha un punto di vista ben preciso e forse racconta le cose senza sviscerare a fondo i punti oscuri della Rivoluzione e del suo post, ma è decisamente Illuminante sulle implicazioni di Cuba e dell'imperialismo degli Stati Uniti nella storia moderna del Centro e Sudamerica e dell'Africa. Probabilmente la storia non avrà tanti altri personaggi con una cultura, degli ideali quasi utopici (che però, in qualche modo, sono stati applicati), un carisma e una determinazione come i suoi. Che abbia fatto tutto nettamente bene o nettamente male è un'altra questione e ognuno di noi dà le proprie interpretazioni. Uno spaccato di questa piccola isola che si è opposta al gigante statunitense e continua a farlo, a modo suo, riuscendoci inaspettatamente, nonostante tutte le difficoltà provocate da più di mezzo secolo di embargo (difficoltà che, a toccarle con mano, sono dei pugni allo stomaco) un'isola e un popolo che resistono. Resistono da 65 anni. 

Quella a cura di Ignacio Ramonet non è una vera e propria autobiografia di Fidel, bensì una lunga serie di interviste in cui castro si rivela attraverso il racconto dei fatti storici che hanno segnato la propria vita e quella di Cuba. Lettura consigliata a tutti coloro che, oltre ad approfondire l'interessantissimo tema della rivoluzione castrista e della storia cubana del ventisimo secolo, volessero anche approfondire la conoscenza di una figura affascinante e controversa che, in oltre 600 pagine di libro, rimane comunque fortemente inafferrabile.