Falcone e Borsellino sono stati uccisi quando ero al liceo. Ricordo perfettamente l'ansia che questi eventi mi misero. Iniziai a domandarmi come si potesse uccidere cosi qualcuno, qualcuno che cerca di fare del bene e che crede nei suoi ideali. Grazie ad Ayala, stretto collaboratore dei due magistrati, si riescono a capire e vedere cose altrimenti impensabili. Alla fine del libro resta comunque una grande amarezza dovuta alla perdita di questi due grandi uomini.
Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino
Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della lotta contro la mafia in Sicilia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano due simboli, non solo dell'antimafia, ma anche di uno Stato italiano che, grazie a loro, seppe ritrovare una serietà e un'onestà senza compromessi. Ma per Giuseppe Ayala, che di entrambi fu grande amico, oltre che collega, i due magistrati siciliani sono anche il ricordo commosso di dieci anni di vita professionale e privata, e un rabbioso e mai sopito rimpianto. Ayala rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxi-processo, sostenendo le tesi di Falcone e del pool antimafia di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta), ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu vicino ai due magistrati in prima linea quando, dopo questi primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politico-mediatici vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, isolarli. Per la prima volta, Ayala racconta la sua verità, non solo su Falcone e Borsellino, che in queste pagine ci vengono restituiti alla loro appassionata e ironica umanità, ma anche su quegli anni, sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi di una Sicilia che, forse, non è molto cambiata da allora.
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CHI HA PAURA MUORE OGNI GIORNO I miei anni con Falcone Borsellino Giuseppe Ayala
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Anno edizione:2009
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Questo crudo, tenero e nostalgico memoriale descrive il rapporto di Giuseppe Ayala con i giudici Falcone e Borsellino: un'amicizia, ma anche un difficile rapporto di lavoro, tra pentiti, interrogatori, scherzi e gli immancabili disagi della sempiterna presenza della scorta. Attraverso i ricordi dell'autore riviviamo gli omicidi di Pio la Torre e Carlo Alberto dalla Chiesa, nonché le critiche che piovvero attorno ai due giudici da ogni parte, prima fra tutte quella di protagonismo per il maxi-processo e il complicato rapporto che instaurarono con Tommaso Buscetta, il primo mafioso pentito: una super lettura per due figure emblematiche!
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Un libro abbastanza difficile da leggere . Io leggo la sera , per passarmi il tempo e riflettere , questo libro di Ayala ( valutato come un best ) non lo trovo attraente . Si perde troppo in un bicchier d'acqua ... PS Se le prime 30 pagine ti attirano , leggere il libro diventa una passeggiata
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