E' vero, «certi politici sono come gli scogli, "l'acqua li bagna e il sole li asciuga". Molti ancora non hanno capito che la forza delle mafie è direttamente proporzionale alla debolezza della politica, o meglio a quell'intreccio tra mafia e corruzione politica che equivale a quel sistema di governo che da sempre gestisce l'intervento pubblico al Sud e il patto di ferro tra Stato e mafia». Parole forti, decise, severe, un'appassionante e documentata memoria che parte dalle radici (forti e profonde) e arriva fino ai rami attuali (e ai suoi frutti avvelenati) di quella che è un'angosciosa "malapianta" della nostra terra, la 'Ndrangheta, rossa come il sangue delle sue vittime. La ferma personalità di un uomo, la sua dignità raccontata attraverso il lavoro di magistrato e la triste consapevolezza che tutto quello che si è fatto non basta, troppo alto è il rischio di non uscirne più e di restarne travolti, tutti. Nicola Gratteri mette a nudo spiacevoli verità attraverso indagini in prima persona, una realtà troppo cruda e minacciosa che forse crea un certo fastidio ai più. In Calabria, e ormai anche in tanti paesi del Settentrione (ed ecco venir fuori tutta la sua potenza), la 'ndrangheta ha assunto un ruolo istituzionale ed eversivo con cui vengono messi in discussione i principi della democrazia e della convivenza civile. La 'ndrangheta vota e fa votare e il voto rappresenta proprio il legame tra mafia e democrazia. Se le mafie fossero state solo organizzazioni criminali, sarebbero state sconfitte, come è successo con il terrorismo e il brigantaggio, ma qui si parla d'altro, si parla di un'organizzazione globalizzata con un fatturato annuo di 44 miliardi di euro, pari al 2,9% del PIL, senza contare i profitti maturati dal riciclaggio di denaro sporco. In questo contesto, la cocaina è diventata "il vero miracolo del capitalismo contemporaneo", che tiene ormai in piedi anche le economie dei paesi più industrializzati. «Per loro il problema non è più quello di fare soldi, ma di giustificare la ricchezza ed evitare che marciscano». C'è una soluzione in tutto questo? Secondo Gratteri, come è ovvio, l'unica strada percorribile sembra solo quella di un'adeguata legislazione che vada, però, oltre la logica dell'emergenza e la schizofrenia dell'emotività. Una legislazione che, almeno con l'ultimo decreto sulle intercettazioni, "sembra essere stata concepita da persone che non hanno mai fatto un'indagine". (www.giovannideluca.net)
La malapianta. La mia lotta contro la 'ndrangheta
"High tech e lupara." Potrebbe essere il titolo di un'improbabile parodia cinematografica. Invece è la sconcertante ma fedele fotografia che Nicola Gratteri ci dà della 'ndrangheta. In una veloce e appassionante conversazione con Antonio Nicaso, che sullo stesso argomento ha firmato con lui "Fratelli di sangue", Gratteri ritorna ad approfondire un fenomeno criminale di portata internazionale che, dopo lunghi e colpevoli ritardi, inizia finalmente a essere percepito nella sua vera dimensione. A rivelare la forza dell'organizzazione criminale calabrese bastano poche cifre: il suo fatturato annuo è di 44 miliardi di euro, il 2,9% del Prodotto interno lordo. Il "core business" è rappresentato dal traffico di droga (la 'ndrangheta controlla quasi tutta la cocaina che circola in Europa): un ricavo di 27.240 milioni di euro all'anno, il 55% in più rispetto al ricavo annuo della Finmeccanica, il gigante dell'industria italiana. A questa spettacolare espansione fa da contraltare il degrado sociale e ambientale della Calabria, prigioniera di una criminalità che la opprime, ne sfrutta famelicamente ogni risorsa e poi l'abbandona impietosamente al suo destino. La crescita e la fortuna di questa malapianta viene raccontata attraverso temi ed eventi cruciali: dalle lontane origini alla stagione dei sequestri di persona, all'espansione sul territorio italiano e all'estero; dalle collusioni con la politica alla conquista della leadership nel traffico di droga, alle vicende dei rifiuti tossici.
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Anno edizione:2010
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GIOVANNI DE LUCA 31 luglio 2010
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