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Anno edizione: 2016
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Ambientato circa cento anni prima dei fatti raccontati nei sette previsti volumi delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, Il cavaliere dei sette regni è una raccolta di tre racconti scritti da George R.R. Martin tra il 1998 e il 2010. Più che racconti, meglio definirli romanzi brevi, tutti e tre di uguale lunghezza (circa 100 pagine ciascuno). Le trame non sono articolate come quelle della saga principale, anzi sono molto lineari, ma si muovono nell’identico sistema complesso di personaggi che richiede un certo sforzo al lettore. Ci troviamo trecento anni dopo l’unificazione dei sei regni e la costruzione del Trono di Spade per opera di Aegon il Conquistatore, Primo nel suo Nome, re degli annali e dei rhoynar (i profughi di Valyria, una stirpe di stregoni unici fra gli uomini ad avere ammaestrato i draghi). Sono storie che si sviluppano all’imbrunire del regno di re Daeron II Targaryen detto il Buono, colui che attraverso un matrimonio aveva unificato ai sei regni sotto il suo dominio anche il reame di Dorne. Colpisce la maniera in cui Martin ci fa percepire come la dinastia dei Targaryen all’apice del suo splendore fosse percepita “dal basso“, appena dopo la ribellione dei Blackfyre e un secolo prima che sparisse da Westeros. Il protagonista viene difatti dal basso, e l’autore ce lo fa amare come fosse uno degli eroi principali della saga madre. Le sottotrame lineari contribuiscono al piacere della lettura, senza perdere nulla dell’epica o scalfire lo stile perfettamente riconoscibile di Martin: greve e delicato insieme. Non un vero e proprio prequel, forse più uno scanzonato spin-off, Il cavaliere dei sette regni è la giusta appassionante introduzione all’universo fantasy medievale delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Il primo racconto è stato pubblicato nel 1998 con il sottotitolo Una storia dei Sette Regni all’interno della raccolta Legendes a cura di Robert Silverberg. Il cavaliere errante del titolo è Dunk. Egli era un orfano di Fondo delle Pulci, venne allevato dal cavaliere errante ser Arlan di Pennytree, il cui unico merito era l’aver disarcionato tempo addietro il Principe di Roccia del Drago. Alla morte del suo vecchio, Dunk smette di essere scudiero ed eredita armatura e titolo di cavaliere errante: non verrà chiamato lord, ma ser, nella fattispecie ser Duncan l’Alto (per ovvi motivi). A sua volta assumerà come scudiero un altro orfano, l’impertinente Egg con la testa liscia come un uovo. Egg ha la lingua lunga ma sa anche dare ottimi consigli. Ser Duke si fa da lui accompagnare al grande torneo di Ashford Meadow dove intende vincere alle giostre...
Nell'attesa che George Martin si decida a concludere il sesto volume del Trono di Spade possiamo intrattenere il nostro desiderio di lettura con questo bel volume. Diviso in tre racconti, seguiremo le vicende di Duncan, cavaliere errante, ed il suo scudiero Egg che scopriremo presto essere un principe Targaryen, personaggio molto importante citato (anche se bisognava fare molta attenzione) nella serie televisiva, in futuro infatti diventerà re dei Sette Regni e sarà conosciuto con il nome di Aegon l'Improbabile. Essendo un cavaliere errante, le vicende si dipaneranno in diversi luoghi di Westeros ma avremo anche qui le tematiche legate ai libri principali: tradimenti, intrighi e sete di potere ma anche l'amicizia tra i due protagonisti, l'onore e gli epici scontri La lettura non risulta affatto impegnativa, forse solo il primo racconto presenta una moltitudine di personaggi per la quale bisogna fare un po' di attenzione. Le illustrazioni sono molto belle ma fanno lievitare il prezzo in maniera considerevole, prendete in considerazione l'acquisto della versione eBook tanto non sono a colori.
Qualche decennio prima delle celeberrime storie del "Gioco del Trono", lo scalcagnato cavaliere di ventura Ser Duncan l'alto se ne va in giro per Westeros con il suo misterioso giovane scudiero. Quasi un "capitolo uno" di un (venturo?) prequel de "Il Trono di Spade", "Il Cavaliere dei Setti Regni" è un romanzo godibile per gli amanti del genere fantasy e imperdibile per gli appassionati dell'opera di Martin. I non appartenenti a queste due categorie, invce, potrebbero trovare qualche difficoltà a orientarsi negli usi e nella toponomastica del medioevaleggiante immaginario continente di Westeros.
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