La libertà del lettore si esprime nel puro diletto, scevro dagli obblighi professionali del recensore, dagli intenti di ordinamento e catalogazione degli accademici, dalle aspirazioni di chi cerca insegnamenti morali o conoscenze pratiche. L’ambito è ristretto al romanzo, genere che a dispetto delle continue profezie nefaste sopravvive ai secoli e alle mode. Piperno insiste sul ruolo del tempo, elemento manipolato dallo scrittore (e dal lettore) per andare oltre la linearità dell’esperienza individuale. Lo stesso tempo (inteso come permanenza di attenzione) è un possibile criterio in base al quale si può azzardare una definizione di ‘classico’. La ri-lettura consente di superare l’impatto dell’intreccio, mettendo in luce la presenza (o l’assenza) di qualità stilistiche che sono la fonte di un piacere duraturo. Anche l’età del lettore condiziona la percezione di un romanzo: i desideri e il vissuto fanno si’ che alcuni testi siano davvero compresi ed amati solo nella maturità. Il tempo, perduto e ritrovato, è il tema cardine della Recherche di Proust, cui Piperno dedica una ‘lezione’ appassionata ed interessante, giocata sull’analisi dei tempi verbali. Tutti i capitoli monografici offrono spunti intriganti, delineano le peculiarità e le innovazioni degli autori trattati attraverso le loro opere più note. Da parte mia, ho trovato particolari consonanze nelle pagine dedicate ad Anna Karenina e alla sublime prosa di Nabokov. Il testo si chiude con una serie di biografie di personaggi romanzeschi, un divertissement che allunga piacevolmente la foliazione.
Il manifesto del libero lettore. Otto scrittori di cui non so fare a meno
Il libero lettore è colui che si lascia guidare dal capriccio, dalla sete e dalla necessità, che immergendosi in un'opera di narrativa non sta lì ad interrogarsi sullo spazio che essa occupa nella storia letteraria, ma cerca atmosfere, personaggi, buone storie.
"I libri sono strumenti di piacere, come la droga, l'alcol, il sesso, non il fine ultimo della vita." Questo l'assunto da cui muove "Il manifesto del libero lettore". Un grido di gioia, un'invocazione al capriccio, alla voluttà, ma anche all'indolenza e all'insubordinazione: perché leggere è un vizio, mica una virtù; diritto, intima necessità, non certo un obbligo istituzionale. Ecco chi è il libero lettore: un individuo un po' strambo, allo stesso tempo credulone e diffidente, squisito e volgare, sentimentale e cinico, devoto e apostata; un rompiscatole che diffida della gente ma ha un debole per i personaggi, che alle fauste bellezze della natura preferisce le gioie segrete della fantasia, convinto com'è che non c'è verità senza eleganza, né arte senza rigore. È così che Alessandro Piperno ripercorre la storia di un precoce amore mai venuto meno, quello per i romanzi, lungo le rotte tracciate da otto giganti della narrativa universale: Austen, Dickens, Stendhal, Flaubert, Tolstoj, Proust, Svevo, Nabokov. Affrontandoli "con amore, certo, ma senza alcun ossequio, con il piglio del guastafeste ansioso di svelare i segreti del prestigiatore". Del resto, il genio letterario è un mago spregiudicato e immaginifico. Jane Austen ha creato dal nulla un genere tutto suo, tra fiaba e romanzo, che non smette di incantarci; l'arte di Tolstoj di introdurre i personaggi non ha precedenti né epigoni all'altezza; l'ossessione di Proust per i tempi verbali illustra come nient'altro la dedizione a un passato irrecuperabile. "Il manifesto del libero lettore" è un'opera che esprime l'entusiasmo di chi, non dimenticando le ragioni per cui, appena adolescente, contrasse il vizio di leggere, ritiene che i grandi romanzi, per essere assaporati, pretendano il piglio, l'ironia e il disincanto della maturità.
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Anno edizione:2017
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Loris 28 giugno 2024
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