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Anno edizione: 2017
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Un romanzo talmente vero da sembrare un diabolico racconto. Perché Dalia è la possibile protagonista di una vicenda di cronaca, di sangue della nostra storia della nostra vita. La scrittrice Marina di Guardo ha bisogno di personaggi per raccontarsi, e noi di leggere per vivere con lei una storia che tutti abbiamo la sensazione di conoscere. Una storia frammentata irrisolta, ma in questo romanzo completamente analizzata con particolari inimmaginabili. Risvolti da incubo ambientati in un luogo senza ritorno, perché lei Dalia si racconta si sfoga si svela dopo vent'anni di fughe da i ricordi vissuti nel silenzio, in questo romanzo che sembra scritto dall'inferno della vita, perché la protagonista è ancora più sola, nella disperata ricerca di difendere l'unico amore della sua vita. L'autrice ci svela gli angoli più oscuri della sua natura, la cui mente lucida è una maledizione, e a causa di questa maledizione non supererà mai la sua disperazione. Disperazione come pretesto per essere viva nella sua rassicurante solitudine. Ma per Dalia non sempre la solitudine è una prigione a volte è una conquista che la difende da ulteriori ferite, il tempo uccide le illusioni uccidono e Dalia aveva perso ogni speranza prima ancora d'imparare ad amare, nell'amore sprecato nell'amore che provoca solo dolore
Si tratta di un’opera di qualità non eccelsa, ma scorrevole e con il pregio, secondo me, di avere un protagonista abbastanza raro nella letteratura: una donna serial killer. Le morti si susseguono in una Milano soleggiata e primaverile e la Polizia (i cui membri sono descritti in maniera tutt’altro che lusinghiera) riesce a scoprire che si tratta di omicidi soltanto grazie ad un colpo di fortuna ed all’intuizione di un detective improvvisato. Carino il colpo di scena finale, neanche troppo telefonato. Un libro perfetto per qualche ora di svago.
Un bel libro, letto in un giorno, proprio per la voglia, la curiosità di sapere come sarebbe finito. Mi ha conquistata subito. Ho visto Dalia un po' come un angelo. Si, ha compiuto gesti crudeli, ma è un angelo. Un angelo per tutte quelle donne vittime di abusi, vittime di uomini senza un cuore e vittime soprattutto di un destino al quale non sanno ribellarsi. Dalia parla a nome di tutte le donne, da voce alle donne fragili, impaurite, sole, poco coraggiose e stanche. Parla in nome di tutte le violenze consumate su di loro,tutte le umiliazioni che hanno subito, per il loro corpo maltrattato, per le ali a loro spezzate. Giustizia alle donne. Mi piace inoltre il suo rapporto con la madre, che oltre tutto e tutti, non sarebbe vita senza lei. Grazie Marina per questo bellissimo libro, spero che possa aiutare molte donne a vivere e sorridere
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