Il romanzo viene considerato un capolavoro. L'ho letto nella precedente traduzione (Nord) e non mi ha persuaso. A differenza di altri romanzi di Le Guin, questo romanzo non riesce a farmi entrare nel racconto. A differenza de I reietti dell'altro pianeta, dove veramente l'utopia struggente di Anarres è ambigua perché mostra la sua bellezza mostrandone i limiti, le aporie, qui i ragionamenti di Genly Ai e quelli di Therem: mi sembrano distanti. Il mondo che vedo tramite questi personaggi, il pianeta Inverno/Gethen mi sembra gelido, non riesco a entrare in sintonia con il loro mondo. Molto meglio sono le parti descrittive, racconti e miti, descrizione del mondo e dei sistemi politici, dove il genio di Ursula si vede bene come si vedono perfettamente la sua pedagogia e la sua visione inclusiva del mondo. Ed è per questo che do, comunque, un giudizio molto positivo del libro. Ho riacquistato la nuova edizione (e traduzione) in quanto la ma vecchia copia è sparita dalla biblioteca (forse prestata e mai riavuta indietro) e per vedere se, rileggendolo, abbia un'altra impressione dei personaggi.
La mano sinistra del buio
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«La luce è la mano sinistra del buio, e il buio è la mano destra della luce. Due sono uno, vita e morte, e giacciono insieme come amanti in kemmer, come mani giunte, come la meta e la strada.»
«Un monumentale esperimento di pensiero» – Neil Gaiman
«Ursula K. Le Guin è una scienziata della chimica del cuore umano» – David Mitchell
«Non esiste nessuno come Ursula K. Le Guin» – Zadie Smith
Sul pianeta Inverno, coperto di ghiacci perenni e dominato da una struttura semi-feudale, l'Ecumene ha inviato un emissario, Genly Ai, incaricato di convincere gli indigeni a unirsi alla Lega. Non sarà facile per lui entrare in contatto con gli abitanti di quel mondo alieno, ancora ignoto, che trascorrono i cinque sesti della loro esistenza in uno stato ermafrodito neutro, per poi essere maschi o femmine solo nei giorni del kemmer. Per riuscire nel suo intento, l'Inviato dovrà superare differenze biologiche, culturali, psicologiche, sociali e comprendere articolate organizzazioni politiche, oltre che affrontare condizioni estreme in un attraversamento del grande Nord degno di Jack London.
Opera rivoluzionaria per i suoi aspetti concettuali e stilistici, La mano sinistra del buio descrive – nota Nicoletta Vallorani – «la progressiva costruzione di un rapporto di amicizia tra diversi che oltrepassa con spontaneità struggente ogni genere di differenza, e ogni differenza di genere». La nuova traduzione di Chiara Reali riesce a restituire tutti i colori di un testo complesso e delicato, un romanzo dallo stile fluido e composito, che mostra come categorie da noi ritenute determinanti non lo siano affatto, e come sia possibile progettare una cultura che da esse prescinda. «È questo che insegna la creazione immaginaria,» conclude Vallorani «ipotizzare mondi che potrebbero insegnarci qualcosa sul nostro.»
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Anno edizione:2021
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Cono Rosso 06 giugno 2025La mano sinistra di Le Guin
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Loris 28 giugno 2024
L’attesa riedizione, accompagnata da una nuova traduzione, mi ha dato modo di leggere un’opera considerata tra i classici della fs. Niente estrapolazioni scientifiche proiettate nel futuro: come evidenziato nella prefazione, il romanzo è un esperimento di pensiero che vuole riflettere sul presente. Si tratta di guardare alla psiche e alle strutture sociali senza lo schema consueto della sessualità, col dualismo maschio/femmina. Gli abitanti di Gethen ci sono alieni per la loro natura ermafrodita, che si differenzia e specializza (alternando i ruoli) solo in pochi giorni del mese lunare, sottraendo per il resto del tempo azioni e pensieri dall’influsso costante del desiderio. La religione handarra persegue l’unità degli opposti (la luce è la mano sinistra del buio), la prassi della convivenza prevede forme di governo variabili (una monarchia semi feudale e un collettivismo burocratico), non elimina la violenza, ma ignora il concetto di guerra tra nazioni. Su questo scenario si muove Genly Ai, l’inviato dell’Ecumene, il sogno/utopia di una coalizione di mondi uniti dal commercio e dallo scambio di idee, senza aspirazioni imperialiste. Il terrestre instaura con il karhidiano Estraven un rapporto complesso, che inizia all’insegna della diffidenza e dello scontro, salvo trasformarsi, dopo la convivenza forzata di un lungo viaggio nel nord ghiacciato del pianeta, in un sentimento tra amicizia e amore, che nel finale ha sfumature struggenti. Le Guin adotta il punto di vista dei personaggi alternando il rapporto di uno al diario personale dell’altro, inserendo nel mezzo racconti e miti della cultura di Gethen: quale sia la forma di narrazione scelta, la finzione resta lo strumento privilegiato per avvicinarsi alla Verità.
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