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Noi - Evgenij Zamjátin - copertina
Noi - Evgenij Zamjátin - 2
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Noi

Descrizione


È la fine del terzo millennio, l'umanità vive in uno spazio ipermeccanicizzato e socialmente ipercontrollato, chiuso dalla Muraglia Verde. Gli individui non hanno più un nome, sono alfanumeri. Come D-503, ingegnere al lavoro sul progetto dell'Integrale, la nave spaziale destinata a esportare su altri pianeti il perfetto ordinamento politico dello Stato Unico, dove ogni attività è disciplinata, standardizzata e, soprattutto, visibile a chiunque: tutti gli edifici sono di vetro. È proprio D-503 a raccontare la vicenda della ribelle I-330 e del suo piano per dare inizio a una nuova rivoluzione. Scritto tra il 1919 e il 1921, prontamente censurato (uscito in inglese nel 1924, nel 1952 in russo ma a New York, e solo nel 1988 in URSS), "Noi" è il capostipite di tutte le distopie del Novecento, antesignano di "1984" di Orwell e del "Mondo nuovo" di Huxley.
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Dettagli

2020
Tascabile
16 novembre 2020
264 p., Brossura
9788804734659

Valutazioni e recensioni

LuigiAmendola
Recensioni: 5/5
La prima distopia del '900

Il testo è scritto in forma di appunti in ordine cronologico dell'unità D-503, un individuo di sesso maschile, di professione matematico, addetto alla costruzione del cosiddetto Integrale, una nave spaziale che porterà verso altri mondi il messaggio di perfezione che regna ormai sulla Terra da quando è stato instaurato il regime vigente. A seguito di catastrofici eventi precedenti alla vicenda narrata, sul pianeta è rimasta un'esigua percentuale e per regolarne l'organizzazione è stata redatta una tavola contente norme relative ad ogni aspetto della loro vita, persino il numero di masticazioni prima di inghiottire un boccone. Ogni attività si svolge ben in vista, tra pareti trasparenti. Le unità agiscono, vivono, si muovono e pensano come un solo uomo. Vanno al lavoro insieme, insieme passeggiano, insieme sono liberi per due intervalli di un'ora al giorno. In questo mondo regolato come un meccanismo e di cui ognuno è un minuscolo ingranaggio (facilmente sostituibile, peraltro), un gruppo di "terroristi" viene in contatto con D-503, cercando di spingerlo a boicottare i piani per la costruzione e il decollo della nave. La missione di sabotaggio proseguirà bene fino ad un certo punto, ma il triste finale (da cui sembra aver preso spunto Forman per "Qualcuno volò sul nido del cuculo") non lascia scampo a interpretazioni felici. Un testo dal linguaggio a tratti icastico, sinestetico, ma terribilmente lucido. Un personaggio che da cellula passa ad individuo e così sente passioni, pulsioni, l'amore, comincia a lavorare di immaginazione (ritenuta una malattia). Un individuo che finalmente vede aldilà del muro (fisico) che circonda la sua realtà e che scopre il mondo fuori.

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Claudio
Recensioni: 4/5
Prima di Orwell

Scritto come fosse il diario di bordo. Un futuro dispotico, chiaramente ispirato al presente Sovietico post rivoluzione. L'individuo ridotto a dei numeri, i sentimenti limitati. La vita indirizzata verso una felicità forzata. Vera felicità?

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Evgenij Zamjátin

(Lebedjan, Lipeck, 1884 - Parigi 1937) scrittore russo. Ingegnere navale di professione, esordì con un libro di racconti, La vita in provincia (1911). Seguirono il romanzo breve In capo al mondo (1914), che gli costò un processo per «antimilitarismo e idee sovversive», e i racconti Gli isolani (1917) e Il pescatore di uomini (1921), la cui ambientazione riflette le esperienze di un suo soggiorno in Inghilterra subito dopo la rivoluzione. La scrittura di Z., di tipo espressionistico, esercitò un grande influsso sulla generazione narrativa degli anni Venti, soprattutto sui fratelli di Serapione, di cui Z., che svolse anche un’ampia attività teorica e critica, fu maestro e guida. La pubblicazione del romanzo Noi (che era già uscito in Inghilterra...

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