Scegliere i libri da portarsi in vacanza si rivela sempre un momento critico, alla fine nel dubbio ne ho portati tre che mi aspettavano impilati sul comodino da settimane, in attesa del momento adatto. “Come Sabbia tra le dita” si è rivelato una lettura decisamente intrigante e avvincente persino per me che non sono una grande fan dei gialli. Tuttavia ero incuriosita: sapevo che l’autore era stato uno dei più proliferi in vita (oltre 300 romanzi pubblicati) ed ero stimolata dall’ambientazione in un Giappone degli anni ’60. Siamo a Tokyo, nella primavera del 1961, e all’alba viene rinvenuto un cadavere sui binari della stazione di Kamata. L’ispettore a capo del caso, Eitarô Imanishi, si ritrova a condurre un’indagine in principio infruttuosa quasi frustrante…gli indizi lo porteranno a viaggiare per gran parte del paese che nonostante io abbia visitato talvolta ho faticato a riconoscere. Siamo agli inizi del boom economico, Ginza è già il quartiere “alto” della città di Tokyo ma le distanze, tra una zona e l’altra della capitale non sono quelle brevi alle quali siamo abituati ai giorni nostri. Si può quindi immaginare quanto tempo fosse necessario per raggiungere le più lontane mete quali Osaka o la zona del Tohoku. Trascorrono mesi senza che gli interrogativi trovino risposte, tuttavia l’ispettore Imanishi persegue ogni singola pista fino a correlare tra esse alcune morti sospette avvenute in un secondo momento rispetto al primo delitto. Siamo al cospetto di un protagonista caparbio, intelligente, certo, ma che raggiunge l’obiettivo non grazie a lampi di genio tipici di alcuni personaggi ai quali la letteratura ci ha abituati, ma grazie alla metodicità e all’attenzione ad ogni singolo dettaglio. L’illuminazione non arriva grazie al semplice intuito ma va ricercata faticosamente, se necessario camminando per chilometri seguendo i binari di un treno alla ricerca di pezzetti di carta disseminati mesi prima. Questo è sicuramente uno degli aspetti che mi ha fatto apprezzare maggiormente questo volume. Alcuni hanno definito Matsumoto un autore pari a Simeon; dal mio canto non sono in grado di esprimere un giudizio coerente a riguardo, in quanto, ribadisco, non sono un’amante del genere. Tuttavia mi sento di consigliarlo a tutti coloro che hanno il desiderio di una lettura fluida ma avvincente, ambientata in un contesto sicuramente interessante che ci permette di conoscere altri risvolti di un paese che tanto ci affascina. Personalmente l’ho apprezzato, prova ne è che l’ho letto in una sola giornata di ombrellone (parliamo di 186 pagine decisamente scorrevoli), e che intendo recuperare anche Tokyo Express, del quale spero di poter scrivere una recensione in queste settimane. https://azuremonochrome.blog/2018/08/21/come-sabbia-tra-le-dita-seicho-matsumoto/
Come sabbia tra le dita
Tokyo, 12 maggio 1961. Nelle prime ore del mattino, sui binari della stazione di Kamata, viene trovato il cadavere sfigurato di un uomo. Impossibile identificarne i tratti, non c'è alcun nome, solo due labili indizi che sembrano non portare da nessuna parte: la voce di un uomo anziano, che testimoni hanno sentito parlare con un accento caratteristico, e una parola misteriosa, kameda. Per seguirne le tracce l'ispettore Eitarô Imanishi è costretto a una lunga, infruttuosa indagine. I mesi passano, gli interrogativi non trovano risposte, anzi aprono solo nuove domande, tutte le vie si rivelano vicoli ciechi. Ma l'ispettore Imanishi non è uomo da lasciar perdere. E così, quando una serie di circostanze fortuite lo riportano al caso, si rimette in pista, cercando il legame tra il primo delitto e altre morti sospette. Infaticabile e cocciuto, Imanishi dovrà viaggiare per tutto il Paese, e finirà in un pericoloso labirinto fitto di inganni e false piste, da cui riuscirà a emergere solo a fatica con una sconcertante soluzione.
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Anno edizione:2021
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